Chiusura del ponte sul Trebbia: “Troppi vincoli ambientali impediscono la costruzione di un guado”

Ponte sul Trebbia

Si è riunito questa mattina presso la sede della Provincia il tavolo tecnico per la valutazione di fattibilità del passaggio alternativo al ponte sul Trebbia, a cui hanno partecipato tecnici dei Comuni territorialmente interessati, oltre ad AIPO, ARPAE ed Ente di gestione parchi. Il tavolo tecnico, convocato dalla Provincia in seguito alla riunione del tavolo istituzionale tenutasi lo scorso venerdì 3 febbraio, ha proceduto ad una prima disamina dei vincoli presenti nell’area potenzialmente interessata dal guado, costituiti, prevalentemente da divieti e limitazioni derivanti dalla presenza, in loco, di un S.I.C. (Sito di interesse comunitario) e di una Z.P.S. (Zona di protezione speciale).

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Inoltre, trattandosi di area compresa nel parco fluviale del Trebbia, non sono consentite attività in alveo nel periodo da febbraio ad agosto.

Per superare tale evidente criticità, occorre chiedere una deroga motivata all’ente di gestione del Parco, che potrà, se è il caso, concederla previo esame e valutazione di un apposito studio di incidenza ambientale, che dovrà illustrare in modo circostanziato le misure attuative volte alla mitigazione dell’impatto ambientale, gli interventi di ripristino da realizzare al termine del periodo di utilizzo del guado ed eventuali altre misure compensative da attuare nell’area interessata dall’intervento.

In considerazione delle criticità emerse, è stata decisa l’effettuazione di un sopralluogo congiunto, allo scopo di individuare nel dettaglio il percorso più praticabile, la cui definizione è necessaria per la valutazione di massima dei costi complessivi. Le risultanze del sopralluogo saranno esaminate in occasione della prossima riunione del tavolo tecnico, già convocato dalla Provincia per giovedì 16 febbraio. Un ulteriore tema esaminato dal gruppo tecnico è stato quello delle modalità di affidamento dei lavori necessari per la realizzazione del guado ipotizzato, con la conclusione che, non essendo consentite, agli Enti Pubblici, procedure accelerate rispetto a quelle tassativamente previste dalle normative vigenti, sarebbe preferibile che i lavori venissero affidati a cura di un consorzio di soggetti privati, che potrebbero evitare i tempi lunghi della gara d’appalto.