Parafrasando il titolo del famoso film “ il ponte sul fiume Kwai” di David Lean girato nel 1957 sulla resistenza dei prigionieri Inglesi in Thailandia, sembra evidente che un manipolo di prigionieri Inglesi riesca a far meglio della collaborazione tra l’Amministrazione Provinciale (Presieduta da Francesco Rolleri ivi insediato con un accordo messo in atto dall’area PD) e il Comune di Piacenza (governato da una Giunta PD retta dal Sindaco Paolo Dosi). Ci pare evidente che l’imminente chiusura del tratto di Strada Statale posto tra Piacenza e Castel San Giovanni via S. Nicolò, sia la prova lampante dell’incapacità delle suddette amministrazioni di progettare, concertare e realizzare la ristrutturazione del ponte sul fiume Trebbia comprensiva di una soluzione che preveda una viabilità alternativa che permetta ai cittadini della nostra Provincia di non sobbarcarsi un lungo, periglioso tracciato alternativo per collegare le due sponde del fiume. A ciò si aggiunga l’incapacità di concertare con la società del trasporto pubblico locale le fermate e la viabilità alternativa per assicurare ai cittadini, lavoratori e studenti, la certezza di poter godere del servizio pubblico. Un caos totale a cui i cittadini sono costretti a sottostare e che ci pare inaccettabile stante il tempo a disposizione per definire con chiarezza i percorsi e gli orari.
Immaginiamo il danno in termini di costi e fatiche umane, che graverà sui nostri concittadini e sulle aziende del territorio, per aggirare l’ostacolo della chiusura del ponte sul Trebbia. Suona come una presa in giro per i cittadini della nostra provincia il misero (e fallito) tentativo di concertazione per la realizzazione di un guado sull’alveo del fiume, a monte o a valle del ponte attuale. E’ evidente che già in fase di pre-progettazione dei lavori le Amministrazioni responsabili dell’operazione dovessero attivarsi per individuare una soluzione alternativa al blocco totale del traffico tra le due sponde, come di fatto sta avvenendo, attraverso l’individuazione, di concerto con gli altri Enti interessati alla soluzione tecnico-amministrativa, di un percorso di viabilità alternativa. E’ evidente altresì che per effettuare un guado occorressero, per tempo, le autorizzazioni dagli enti competenti, e qui citiamo la Regione Emilia Romagna (a guida PD), l’Ufficio Provinciale Difesa Suolo (posto in Via S. Franca e quindi decisamente alla portata di voce), l’Ente Parco del Trebbia e il Magistrato per il Po. Sarebbe stato possibile realizzare, come soluzione minima, un guado in tubi d’acciaio o cemento a valle del ponte stradale per consentire il transito del traffico leggero (pellegrini sulla via Francigena, ciclisti, motociclisti ed eventualmente traffico veicolare leggero). Lo stop ai lavori avverrebbe infatti in periodo estivo con la portata minima del Trebbia. Diversi guadi simili sono già presenti in zona Rossia e Noce per consentire alle aziende operanti nel settore dell’escavazione d’inerti di transitare nel Fiume Trebbia con i propri mezzi, spesso di elevata portata e ingombro.
L’amministrazione, come più volte accaduto, subisce gli eventi senza gestirli in modo compiuto così come per la pratica Borgofaxhall per cui l’interesse pubblico è passato in secondo piano con enorme esborso di denaro dei piacentini.