Riceviamo e pubblichiamo la nota del centrodestra.
Il Centrodestra piacentino riunito e compatto a pochi giorni dal voto ha tenuto una conferenza stampa di chiusura della campagna elettorale. In sala Cattivelli, al pian terreno di Palazzo Mercanti, sede del Comune di Piacenza, hanno parlato a turno i due candidati al collegio uninominale di Camera e Senato, rispettivamente Tommaso Foti e Pietro Pisani, i candidati al plurinominale Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) e Romano Tribi (Noi con l’Italia) e i rappresentanti di Forza Italia Johnatan Papamarenghi e Fabio Callori, rispettivamente coordinatore provinciale e vicecoordinatore regionale del partito.
L’intervento di Pietro Pisani (Lega Nord) si apre sottolineando l’unità del Centrodestra rispetto alla divisione della compagine avversaria: «Mentre la sinistra si sfalda noi ci presentiamo coesi, con un programma comune, l’unico che possa sovvertire l’attuale situazione in cui versa l’Italia». Una situazione che Pisani definisce «disastrosa». E come esempio cardine prende l’indebolimento del ceto medio «che non ha più la forza di sostenersi, di sostenere il lavoro, il commercio». Ma non perché i soldi siano spariti: «Il denaro c’è – sostiene Pisani – ma questi anni di governi di sinistra e di governi tecnici hanno fatto in modo che venisse mal distribuito, mal utilizzato. I nostri soldi sono stati spesi per salvare certe banche e coloro che le usavano per i loro affari». Senza considerare tutta l’immensa partita dell’immigrazione ormai diventata un business, secondo il candidato leghista: «E’ una politica studiata a tavolino – dice – La gran parte di questi immigrati sanno già dove devono andare una volta sbarcati, si presentano facendo il segno di vittoria e usando smartphone di ultima generazione. E’ evidente che finora ci fosse l’interesse a far arrivare in Italia queste persone». Una situazione che va ribaltata, sovvertita, fermata. «L’Italia è stata svenduta – conclude Pisani – Andiamo a governare per far sì che il nostro Paese recuperi la dignità che merita».
«O vince il Centrodestra o sarà il caos». Ne è convinto Tommaso Foti, candidato all’uninominale della Camera, che parla della sua coalizione come dell’unica forza politica in grado di avere i numeri per governare e per farlo sulla base di un programma coeso. Centrodestra unica alternativa possibile «a fronte dei fallimenti della sinistra ormai disgregata». Il che suona non solo come un attacco frontale, appunto, alla sinistra bensì come un attacco indiretto alla terza forza oggi in campo: il Movimento 5 Stelle. E Foti non è certo tipo da accontentarsi di attacchi indiretti: «Il Movimento 5 Stelle ha dimostrato di non essere all’altezza – afferma – Lo dimostra ogni volta che apre bocca Di Maio e lo dimostrano i suoi amministratori nelle importanti città italiane che stanno governando da Roma a Torino». Votare 5 Stelle significa, secondo Foti, fare un «salto nel buio dopo il fallimento della sinistra». Ed è una prospettiva che l’Italia non può permettersi. Pur con le peculiarità dei vari partiti che la compongono, la coalizione di Centrodestra ha dimostrato di essere l’unica che in questi anni «non è dovuta andare a Casablanca». In campo avversario, invece, dopo vari tentativi «ora ci si trova di fronte a dieci raggruppamenti, a loro volta frammentati». «Siamo qui oggi per ribadire un impegno solenne – dice Foti – L’impegno di dare all’Italia un governo forte sia all’interno, dove occorre ristabilire l’autorità dello Stato, sia all’esterno dove non possiamo essere considerati i camerieri di qualche potente dell’Europa franco-tedesca».
In conclusione, la domanda è d’obbligo: e se dalle urne non uscisse una maggioranza in grado di governare? Risponde Foti: «Il centrodestra è alternativo al centrosinistra, non si possono unire il diavolo e l’acqua santa. Se non ci dovesse essere una maggioranza, si cambierà la legge elettorale e si tornerà a votare. Di certo non faremo inciuci con chi ha mandato in rovina questo Paese». L’importante, afferma Tommaso Foti, è che il 4 marzo si vada a votare, «anche con la neve e con venti gradi sotto zero». «Ricordatevi – ammonisce scherzosamente – Nel segreto dell’urna Dio vi vede, Renzi no».