Capitale della cultura 2020, Rabuffi: “Piacenza ha le potenzialità, ma prima risolviamo i tanti problemi”

Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale Luigi Rabuffi in merito alla candidatura di Piacenza a Capitale della Cultura 2020.

Radio Sound

 

Giovedì scorso, in qualità di componente della Commissione Consiliare n. 3, ho avuto l’opportunità di ascoltare la relazione dell’assessore Massimo Polledri e della dirigente comunale Antonella Gigli sulla candidatura di Piacenza a “Capitale della Cultura 2020”.

Non mi dilungo sui contenuti dell’audizione poiché gli organi di informazione hanno già riportato, fedelmente, quanto evidenziato dai due relatori. Desidero piuttosto svolgere alcune riflessioni circa il contesto della candidatura.

1) CONDIVISIONE: al pari di tutti i gruppi consiliari, anche noi di Piacenza in Comune riteniamo necessario che vengano accantonati personalismi e diffidenze politiche, sposando unitariamente la prestigiosa candidatura. Proprio con questo approccio “unitario” ho sinceramente apprezzato le parole dell’assessore Polledri che, riconoscendo alla precedente Giunta una buona fetta del lavoro svolto, ha corretto – pur con qualche imbarazzo – quanto affermato dal Sindaco in occasione del Consiglio Comunale del 31/7 u.s. Per contro, le polemiche sulla composizione del Comitato promotore, sollevate in questi giorni da “Banca di Piacenza” dimostrano quanta strada vi sia ancora da fare per essere davvero “una squadra”.

2) COESIONE SOCIALE: è uno dei fattori che saranno valutati per stilare la graduatoria finale e mi sembra assolutamente un elemento di buon senso. Come si può pensare di essere Capitale se non si è in grado di annullare le disuguaglianze o ridurle ad un livello fisiologico ? Come si può offrire il proprio “patrimonio di valori” se tutt’intorno proliferano fenomeni di povertà, di abbandono, di trascuratezza, di razzismo ? A tutti noi piacentini, e in particolare alle Istituzioni, il compito di essere innanzitutto Capitale della Coesione. Il resto verrà da sé.

3) SISTEMA PIACENZA: se da un punto di vista artistico-culturale Piacenza non ha nulla da invidiare agli altri contendenti, è chiaro che la nostra candidatura potrà avere maggiori possibilità solo se l’intero “sistema Piacenza” dimostrerà di meritare la nomina. A partire dalla qualità dei servizi che sapremo organizzare e mettere a disposizione dei turisti.

4) TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: tema ineludibile. Appare necessario investire su questo fronte come mai si è fatto in passato. Proponendo un’offerta di mezzi adeguati nella dimensione e nel livello di emissione, offrendo un ventaglio di corse in grado di garantire collegamenti frequenti e funzionali alla visita dei principali luoghi di cultura della città. Garantendo parcheggi scambiatori e mobilità sostenibile. Pretendendo dalla nostra Regione e dalla Regione Lombardia un’implementazione dei treni “da e per” Piacenza.

5) TRAFFICO: puntare sul TPL significa anche ridurre il traffico veicolare che ne limita la puntualità e l’efficacia e che rende Piacenza una città caotica e pericolosa per i pedoni. I turisti hanno il diritto di dedicare la propria attenzione ai monumenti e non alle auto.

6) PULIZIA e IGIENE: c’è poco da dire. Piacenza ha bisogno di fare un salto di qualità. Ognuno di noi, girando per la città, non può non notare la trascuratezza ed il degrado che troppo spesso ci circondano, colpa certamente della maleducazione di una sparuta minoranza di cittadini ma anche di un servizio di pulizia che non appare, onestamente, all’altezza di una città che vuole diventare Capitale. Coinvolgere IREN appare più di un obbligo. Coinvolgere il soggetto che gestisce il “verde” altrettanto.

7) RISTORAZIONE: l’accesso ai servizi di ristorazione (carta vincente durante l’Adunata degli Alpini) non può prescindere dall’adesione dei titolari di bar e ristoranti ad un’idea di città aperta ed ospitale. Se è vero che la proposta eno-gastronomica non è fattore secondario nell’attrattività turistica di Piacenza, tenere aperti gli esercizi commerciali durante i week-end sarà di nuovo l’arma vincente.

8) SERVIZI IGIENICI: la carenza di servizi igienici pubblici va superata. Non c’è Amministrazione che non prometta di risolvere il problema, salvo poi rinviare i termini e lasciare il povero turista (ma vale anche per i piacentini) a ricercare soluzioni improvvisate e spesso igienicamente inadeguate. Sanare una volta per tutte questa lacuna ci renderà certamente più adeguati alla sfida di “Piacenza Capitale della Cultura 2020” e farà soprattutto di noi una città evoluta.

Non vado oltre, perché di carne al fuoco ce n’è già abbastanza. Sono convinto che Piacenza abbia le potenzialità per risolvere questi problemi e affrontare, a testa alta, la selezione che porterà prima alla stesura della short-list e poi alla scelta finale.

Risolti questo problemi, anche se la nostra candidatura non dovesse essere quella vincente, avremmo comunque vinto. Perché offrire ai nostri concittadini un elevato standard dei servizi sarebbe davvero la più piacevole delle sconfitte.