Candidatura a Capitale della Cultura 2020, incontro pubblico con Paolo Verri in Sant’Ilario questa mattina. In attesa di conoscere le dieci città finaliste per la candidatura a Capitale italiana della Cultura per il 2020, il Comitato promotore per Piacenza ha organizzato un incontro pubblico all’auditorium Sant’Ilario, nel corso del quale Paolo Verri – già direttore di Matera Capitale europea della Cultura 2019 – ha ilustrato il dossier presentato in risposta al bando del Mibact, anticipando le eventuali azioni successive da intraprendere.
“Dobbiamo puntare a rendere Piacenza un polo culturale e turistico come deve essere. Piacenza è un polo logistico, possiede dei valori imprenditoriali che la rendono una delle province più operose d’Italia. Ma questa operosità è cultura e il legame tra cultura e logistica è lo spazio urbano. Nel caso di Piacenza uno spazio di grande valore, anche grazie al rapporto stretto tra città e campagna, urbanizzazione e natura, impresa e rispetto per l’ambiente. Tre sono i temi: place, people e planet. I contenuti del dossier vanno in questa direzione: partono dalle radici storiche, rappresentate anche da luoghi come questo auditorium, una ex chiesa, ma guardano al futuro, al rinnovamento di strutture come per esempio quelle appartenenti al demanio militare”.
“Il fiume Po, la via Francigena, il ciclorturismo. Valorizzare queste caratteristiche e renderle utilizzabili dalla cittadinanza e dai turisti, rendere questi elementi strumenti di attrazione per turisti, guardare insomma alla storia e all’ambiente con l’occhio del futuro e così potenziare l’attrattività di Piacenza”.
Si è fatto un gran parlare delle ultime scelte politiche della giunta comunale, tra l’uscita dal progetto Ready e il taglio dei contributi a due spazi giovanili e a Pulcheria. Secondo il centrosinistra queste scelte potrebbero influire negativamente sulla candidatura di Piacenza. Lei cosa ne pensa?
“Io non sono dentro al dibattito politico, in questo momento mi fido più dei cittadini che costituiscono il vero laboratorio piuttosto che delle discussioni politiche. In questo contesto la politica ha più un ruolo di regista che di protagonista. Il mio consiglio è di ascoltare molto i bisogni dei cittadini, se la politica è in grado di fare un passo indietro rispetto ai territori ne fa contestualmente tre in avanti. Le amministrazioni hanno il compito di supportare i cittadini nelle loro idee e nei loro progetti”.