“Il nuovo impianto di produzione del bitume che sta entrando in questi giorni in produzione tra Gossolengo e Rivergaro, pur formalmente conforme a Leggi e regolamenti vigenti (fatta salva la sentenza che deve essere ancora pronunciata dalla Corte Europea), è in realtà un vero e proprio mostro ecologico”. Ne è convinta la Lega Nord Media Valtrebbia che si scaglia così contro il bitumificio, oggetto di proteste anche da parte degli stessi residenti.
L’udienza del Tar che si sarebbe dovuta tenere il 12 ottobre è stata rinviata al 20 dicembre, motivo per cui il comitato “No al bitume – Si al parco del Trebbia” organizza una nuova assemblea pubblica per questa sera martedì 17 ottobre ore 21 presso la sala parrocchiale della chiesa di san Quintino.
Il comunicato della Lega Nord
Difendere il territorio significa, in primo luogo, diferderne la popolazione e la sua qualità della vita. Oggi riteniamo doveroso, da parte di Lega Nord, schierarci con tutte le nostre forze a difesa della Val Trebbia, minacciata nella sua parte terminale, ma con questo non meno degna di essere apprezzata e conservata il più possibile intatta, da uno sciagurato insediamento industriale. Il nuovo impianto di produzione del bitume che sta entrando in questi giorni in produzione tra Gossolengo e Rivergaro, pur formalmente conforme a Leggi e regolamenti vigenti (fatta salva la sentenza che deve essere ancora pronunciata dalla Corte Europea), è in realtà un vero e proprio “mostro ecologico”.
E’ evidente infatti come non solo si stia parlando di una delle tipologie di impianti a più alto tasso di inquinamento atmosferico, ma pure tale da indurre un ulteriore inquinamento da parte della logistica correlata.
Con l’impianto a regime, infatti, al fiume di autocarri che giornalmente si riversa sulle strade da e per l’adiacente cava, si andrà ad aggiungere il notevole apporto degli altri mezzi che movimenteranno verso l’esterno il prodotto del nuovo stabilimento.
Quindi, oltre all’inquinamento atmosferico prodotto (i documenti autorizzativi si riferiscono sempre e solo ai livelli di inquinamento dell’impianto, mai a quelli dell’indotto, da considerarsi “danno collaterale” e pertanto trascurabile), la popolazione si troverà a soffrire di un sempre maggiore inquinamento acustico, dell’appesantimento del traffico e di tutte le negatività conseguenti.
E’ lecito a questo punto chiedersi: in un’ottica economica territoriale, e non meramente aziendale, com’è il bilancio vantaggi/svantaggi per la Comunità?
Su un piatto della bilancia metteremo i nuovi posti di lavoro creati (che si contano sulle punte delle dita) e le imposte locali pagate dall’Azienda; sull’altro piatto, invece, dovremo porre il danno sociale prodotto dal peggioramento delle condizioni dell’aria con il conseguente peggiorare delle condizioni di salute dei cittadini, a cominciare dai più deboli (bambini e anziani), il danno economico provocato ad una economia della valle basata su agricoltura e turismo, oltre alla ferita incurabile provocata ad una zona del Trebbia che, a parte il ponte di Tuna, sembra aver attraversato i secoli senza snaturarsi, dominata dalla torre del Castello dsi Rivalta.
E’ evidente da quale parte penda la bilancia: per questa ragione Lega Nord Media Valtrebbia intende fare proprie tutte le ragioni del territorio e della sua popolazione e dare inizio ad una opposizione dura all’impianto, perché non possono essere le ragioni del profitto aziendale (ma non dovrebbero essere altre le motivazioni dell’esistenza delle Cooperative rosse?) a prevalere sulla vita della Valle e dei suoi abitanti.