«Sul “piano periferie” nessuna retromarcia. I soldi da qui al 2020 ci sono sempre stati e ora ci sono per tutti. Lo abbiamo ripetuto all’infinito, anche se gli scettici, più o meno in buona fede, erano tanti. E alcuni hanno usato frasi stupide e inutilmente offensive cercando di addossare alla maggioranza di Governo la colpa di aver bloccato i fondi. Andava cambiata una legge inapplicabile che era stata varata, dal precedente esecutivo, per incapacità del legislatore che l’aveva formulata in contrasto ai principi costituzionali».
Lo affermano i parlamentari della Lega Elena Murelli e Pietro Pisani, dopo l’accordo firmato ieri, in Conferenza unificata, tra Governo e Comuni (Anci). A livello nazionale ci saranno così 1,6 miliardi di euro. A Piacenza, i fondi statali previsti per i progetti e i cantieri sono di 8 milioni.
«Il denaro – sottolineano Murelli e Pisani – finanzierà, come prevede la legge, i progetti cantierabili. Se Piacenza ha un progetto esecutivo cantierabile, avrà i soldi. E li avrà in base alle spese effettivamente sostenute, come è scritto nell’accordo. Bonaccini si allinea alle dichiarazioni in copia sulla “retromarcia” e paventa il ricorso alla Consulta. La stessa Corte costituzionale che aveva bocciato la legge scritta in modo maldestro dai suoi compagni di partito. Si informi».
L’intesa stabilisce che le «convenzioni in essere con i 96 enti successivi ai primi 24, possono proseguire o attivare gli interventi previsti da ciascun progetto sulla base dei cronoprogrammi approvati». E ancora: i beneficiari «delle risorse statali per il “piano periferie” producono nuovamente effetti finanziari dal 2019; tali effetti sono limitati al rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate».