Piacenza ospita il Forum Giovani di Avis per parlare di donazione di plasma e imparare a comunicarla al meglio, soprattutto ai giovani. La prima giornata di confronti si è tenuta oggi al Park Hotel, il forum continuerà domani.
“La donazione di plasma è oggetto di troppi pregiudizi – spiega Andrea Fogliazza, referente gruppo Avis Giovani regionale – chi pensa sia dolorosa, chi crede sia secondaria e poco utile. Noi ci incontriamo e ci rivolgiamo alla cittadinanza proprio per correggere queste storture culturali: purtroppo, nell’ultimo anno, le donazioni di plasma hanno subito un leggero calo, a fronte di una sempre maggiore richiesta. E’ positivo che la legge sia cambiata permettendo maggiori volumi di prelievo per il singolo donatore: questo ci garantisce oggi quantità più consistenti rispetto agli anni scorsi, il punto però è che è aumentata anche la richiesta dal momento che le ultime indicazoni terapeutiche tendono a un sempre più massiccio utilizzo di farmaci emoderivati. Questi incontri servono proprio a questo, far conoscere la donazione di plasma, creare una cultura della donazione tra i giovani”.
L’Obiettivo Nazionale di raccolta plasma stabilito per il 2017 era di 810.714 kg. È stato pienamente raggiunto e superato con ben 827.354 kg di plasma raccolto e consegnato alla lavorazione farmaceutica. L’Emilia-Romagna ha contribuito a questo risultato con ben 88.354 kg di plasma raccolto contro gli 88.000 kg previsti dal Centro Nazionale Sangue.
Plasma: una donazione adatta a tutti
La donazione di plasma da plasmaferesi consiste nella separazione della parte liquida del sangue. Quest’ultimo viene poi restituito all’organismo durante la stessa donazione. Perciò, spesso, si ritiene che la plasmaferesi sia destinata alle donne, che in genere presentano valori di emoglobina più bassi rispetto agli uomini. In realtà, non solo la plasmaferesi è rivolta ad ambo i sessi ma, anzi, il plasma maschile di gruppo universale AB può essere ricevuto da un target più ampio di persone in quanto privo di anticorpi che possano causare eventuali reazioni allergiche nel ricevente. Questo è il motivo per cui molti donatori maschi vengono invitati a donare il proprio plasma in alternativa al sangue. Se il medico che vi visita prima della donazione vi propone la plasmaferesi sappiate che state facendo un gesto di estremo valore: entrambe le donazioni sono indispensabili.
Dal plasma si ricavano farmaci salva-vita
Il plasma è il liquido attraverso cui piastrine, globuli rossi e globuli bianchi vengono trasportati in tutto il corpo. Separando dal sangue intero queste tre componenti si ottiene un liquido giallo costituito in prevalenza da acqua e da altre sostanze, tra cui le proteine. Queste ultime vengono isolate attraverso un processo chiamato “frazionamento” e prendono il nome di plasmaderivati:
Albumina: si tratta di una proteina indispensabile per le funzioni renali;
Immunoglobuline: sono anticorpi che il sistema immunitario produce per difendersi da agenti esterni come virus e batteri;
Antitrombina e fattori della coagulazione: essenziali per una corretta coagulazione del sangue.
Queste proteine sono impiegate per produzione di farmaci salva-vita, indispensabili per la cura di patologie come l’emofilia e alcuni disturbi del sistema immunitario.
Plasma: una nuova frontiera contro nuovi Virus
Il nostro corpo produce gli anticorpi ogni qual volta si trova a contatto con virus o batteri sconosciuti. Il plasma dei portatori sani di virus può diventare una terapia per la cura di molte malattie come il West Nile Virus, un patogeno veicolato principalmente dalle zanzare. Un’intuizione, questa, elaborata per la prima volta da alcuni medici AVIS. Dopo una ricerca a tappeto nel plasma dei donatori sono stati individuati tutti quelli che avevano l’antigene del Virus: ce lo spiega in una sua intervista Florio Ghinelli (Infettivologo, Responsabile Area Sanitari AVIS Regionale E.R. e Presidente Avis Provinciale Ferrara), capofila di un innovativo approccio alla cura del West Nile Virus che è stata successivamente applicata anche al Virus Ebola.
Plasma donato vs. plasma venduto
In Italia i donatori di plasma sono anonimi e non remunerati, come i donatori di sangue. Ma non ovunque è così. In Germania il plasma può essere venduto direttamente alle aziende farmaceutiche che producono i farmaci plasmaderivati. Uno dei farmaci che si ricava dal plasma umano (il fattore VIII per la coagulazione) può essere sostituito da un prodotto ricombinante, ovvero prodotto in laboratorio. Prediligere la produzione di farmaci da plasma derivati di donatori non remunerati significa risparmio e sicurezza. Il plasma donato è infatti già disponibile per essere lavorato e diventare un farmaco salva-vita con un costo più contenuto per il Servizio sanitario nazionale. Inoltre la raccolta su base volontaristica offre maggiori garanzie di sicurezza per i riceventi: chi non riceve un compenso è probabilmente disincentivato a mentire sulla propria salute. La produzione dei farmaci emoderivati è coordinata, supervisionata e garantita dal Sistema sanitario nazionale attraverso il Centro Nazionale Sangue, e riconosce alle industrie specializzate (con contratti in conto-lavorazione) esclusivamente il costo della lavorazione. Il sistema regionale raccoglie il plasma e lo invia alle industrie che dopo la lavorazione lo restituiscono alle regioni sotto forma di prodotto finito: la titolarità della materia prima, quindi, rimane pubblica.
Il plasma come fattore di cooperazione nazionale e internazionale
La distribuzione di farmaci plasmaderivati sul territorio italiano segue un principio di cooperazione virtuosa: dopo aver soddisfatto il fabbisogno a livello regionale, infatti, le eccedenze vengono destinate alle Regioni che ne sono carenti.