Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’associazione 4 Valli a 5 Stelle.
Nuove aree commerciali in arrivo per tutto il 2018 che piovono come una grandinata estiva sulla nostra città e così come la grandine, in genere, fanno solo danni. Non essendo stata fatta alcuna pianificazione accurata che possa realmente andare incontro alle esigenze della cittadinanza piacentina, tipica delle smart city, questi discount riempiono aree considerate degradate e spuntano come funghi con l’intento fagocitare i piccoli commercianti, congestionare la viabilità, creare nuovi posti di “lavoro” (precario e sottopagato) e perché no, rimpinguare le casse del comune che languono quando si tratta di erogare servizi alla cittadinanza, ma sembrano stranamente traboccanti ad esempio quando devono finanziare rotonde dal costo faraonico, come quella di Cà del Ponte da 550.000 €, solo per fare un esempio.
L’amministrazione comunale in larga parte scarica sui predecessori le colpe di queste scelte irrazionali, ma quando si tratta di “metterci il carico” non si fa certo scrupoli, come possiamo vedere dalla decisione dell’area di Via Calciati.
Ci siamo resi conto subito che questa decisione porterà delle ripercussioni nei confronti dei residenti e dei piccoli commercianti della zona limitrofa, i quali nonostante i proclami fatti in campagna elettorale proprio dal Sindaco, sono stati liquidati dall’assessore con un laconico “E’ normale concorrenza…” sleale, aggiungeremmo noi.
Facendo una passeggiata per la città ormai ci stiamo assuefacendo alle serrande abbassate e ai cartelli “Affittasi-Vendesi-Cedesi Attività”, senza renderci conto che la chiusura di un piccolo commerciante comporta la perdita di presidio sul territorio.
Nei comuni extra-cittadini l’ecatombe di negozi offerti sull’altare della grande distribuzione è in atto già da tempo, ma la società che cosa ha guadagnato, se non spreco, cemento, prodotti di qualità più scadente e un lavoro precario, spolpato dei diritti così cari all’Articolo 1 della Costituzione?
Di fronte a questa moda dilagante d’una cementificazione priva di qualsiasi raziocinio ci siamo attivati e abbiamo iniziato una raccolta firme, andando a tastare con mano l’umore delle persone. Ebbene per motivi sempre diversi, ma con un’unica risposta condivisa i cittadini si fermavano sui nostri banchetti per dire NO a questa politica sconsiderata che si fa forte coi deboli, ma debole coi forti.
In poco più di due giorni abbiamo raccolto quasi 500 firme sia cartacee che on-line, è stato un segnale molto forte di una chiara volontà popolare.
Piacenza oggi più che mai ha bisogno per iniziare, anzi per ri-iniziare, di mettere i cittadini al centro dell’attenzione. Le valutazioni sulle aree di destinazione devono essere fatte sulla base di reali esigenze senza saturare ogni quartiere con pachidermici centri commerciali per simulare una lotta al degrado, siamo tornati al camouflage dell’EXPO?
Confidiamo che anche la nostra amministrazione si renda conto che servono al più presto nuove aree verdi per combattere il dilagante inquinamento atmosferico e di una revisione della viabilità sostenibile, la cittadinanza si chiede a che punto sia il famoso PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) promesso più volte dall’amministrazione, ma tutt’ora fermo con le quattro frecce probabilmente in qualche cassetto dell’assessore.
A meno che davvero non si voglia far diventare tristemente famosa la primogenita come la capitale dei supermercati è necessaria un’inversione di rotta poiché sul “piatto” presto finiranno altri 20000 mq di aree che non devono andare sprecati in questo modo. Abbiamo in programma un laboratorio di idee che, coinvolgendo cittadini, comitati e associazioni saranno in grado di sottoporre un’alternativa meno rivolta al lucro e più al benessere collettivo.
Per questo, il 26 Maggio partendo dal pazzo dell’Agricoltura in Via Colombo alle 9.30, faremo un tour cittadino per portare alla luce tutte queste insensate speculazioni edilizie insieme ai nostri portavoce locali Andrea Pugni e Sergio Dagnino, la regionale Giulia Gibertoni e i parlamentari Giulia Sarti e Alessandra Carbonaro, che saranno a disposizione della cittadinanza per spiegare come possiamo disinnescare queste “bombe ad orologeria sociali” prima che sia troppo tardi.