Avevano rapinato il supermercato IN’S di Pontenure ed erano stati arrestati poco dopo. I fatti risalgono al 4 febbraio scorso. In manette erano finiti un 41enne e un 43enne residenti nell’hinterland milanese. Avevano noleggiato un’Alfa Romeo Giulietta poi si erano recati a Pontenure: uno era rimasto in auto mentre il complice, indossata una maschera di carnevale, aveva fatto il suo ingresso nel market, puntato una pistola a una commessa e si era fatto consegnare il denaro contenuto nella cassa. Poi i due erano fuggiti in direzione Fiorenzuola, non prima di aver sostituito la targa originale con una falsa. I dipendenti dell’IN’S erano riusciti a segnare modello dell’auto e numero di targa e avevano diramato le informazioni ai carabinieri che si erano immediatamente attivati setacciando le strade della zona. L’auto dei fuggitivi era stata individuata a Fontana Fredda e da lì era scattato l’inseguimento terminato ad Alseno. I militari avevano subito perquisito la vettura trovando all’interno del vano motore la targa originale dell’auto, la pistola usata per la rapina (una calibro 7.65 illegale), un’altra pistola finta ma priva del tappo rosso, due maschere di carnevale tra cui quella usata per la rapina commessa poco prima e il bottino del colpo, circa 1200 euro che i due avevano già provveduto a dividersi equamente. I carabinieri, setacciando la vettura, hanno anche scoperto che il mezzo era dotato di un sistema di localizzazione satellitare, un gps in grado di immagazzinare le informazioni relative agli spostamenti dell’auto noleggiata. I militari hanno così avviato le indagini avvalendosi di sofisticate tecnologie informatiche: indagini complesse che hanno richiesto un lavoro minuzioso, paziente e capillare, coordinate dal pm Roberto Fontana. L’inchiesta ha però dato i propri frutti: la compagnia dei carabinieri di Fiorenzuola è riuscita infatti a collegare i due arrestati ad almeno altre 11 rapine compiute in varie province del nord Italia. A questi colpi riusciti se ne aggiunge un altro non portato a termine a causa di un ritardo da parte dei banditi, entrati in azione quando ormai il supermercato era già chiuso. La stessa situazione si era verificata anche il 2 febbraio scorso al Famila del Castel San Giovanni: anche in quel caso il rapinatore incaricato di compiere materialmente il colpo aveva trovato le porte chiuse, aveva intimato alla cassiera di aprire ma quest’ultima, vedendo la maschera di carnevale e la pistola, si era guardata bene dall’eseguire gli ordini del malvivente.
Le indagini
Innanzitutto va detto che le indagini non sarebbero mai partite se i carabinieri del Radiomobile di Fiorenzuola non avessero acciuffato i banditi in fuga dopo la rapina a Pontenure del 4 febbraio. In quel caso, come detto, prima di fuggire dopo il colpo, i malviventi avevano montato una targa falsa, rubata a un’altra vettura, motivo per cui i carabinieri si erano messi a cercare una Giulietta con una targa che non corrispondeva a quella indicata dai testimoni. I militari del Radiomobile, però, sono rimasti “incuriositi” da un dettaglio descritto dalle vittime, la capotte nera, e una volta notata una macchina dal design simile si sono disinteressati della targa non corrispondente e si sono concentrati su quelli che poi si sono rivelati effettivamente i banditi. Gli arrestati sono Eros Zizzari, 28 anni, ed Emanuele Viavattene, 32 anni, tossicodipendenti e rapinatori professionisti, in particolare il secondo con numerosi precedenti penali alle spalle per reati specifici. I due, in passato, avevano noleggiato in un’agenzia del Milanese una Fiat 500 che poco tempo dopo, pare dopo aver messo a segno un solo colpo, avevano cambiato con una ben più potente Alfa Romeo Giulietta. Potente, ma anche dotata di localizzazione satellitare, elemento di cui i due professionisti avrebbero dovuto tenere conto, ma così non è stato.
I carabinieri hanno ricostruito tutti gli spostamenti registrati dal gps e li hanno incrociati con le celle dei telefoni cellulari arrivando a tracciare con estrema precisione la carriera criminosa dei due negli ultimi mesi. La prima rapina “confermata” è stata messa in atto il 3 gennaio a Noviglio, in provincia di Milano. Da quel giorno fino al fatidico 4 febbraio la coppia ha messo a segno 11 rapine nelle province di Piacenza, Milano, Cremona, Bergamo, Pavia, Mantova, Parma, Alessandria, Como. Sempre uguale il modus operandi: maschera da carnevale, pistola in pugno e subito dopo il colpo provvedevano a cambiare targa alla macchina con l’aiuto di un avvitatore elettrico.
Come possono i carabinieri avere la certezza che fossero sempre i due, Zizzari e Viavattene, ad agire insieme? Semplice. I due vivevano nello stesso Comune della provincia di Milano, a cinque minuti l’uno dall’altro, ma Viavattene chiedeva a Zizzari di passarlo a prendere prima di ogni rapina: il gps ha dimostrato anche questi sistematici spostamenti da una casa all’altra. Inoltre dopo ogni colpo Viavattene chiamava la moglie con il cellulare di Zizzari (sapeva di essere quello più tenuto d’occhio dalle forze dell’ordine e così facendo sperava di eludere possibili intercettazioni). I militari di Fiorenzuola hanno anche scoperto che i due avevano scelto come punto di ritrovo e nascondiglio per armi e bottino un agriturismo di Mediglia, sempre in provincia di Milano: lì i carabinieri hanno trovato attrezzi da scasso, passamontagna e 93 euro in monetine, scarto di bottini ben più consistenti: basti pensare che le 11 rapine messe a segno hanno fruttato ai due oltre 60mila euro. La coppia si trova tuttora in carcere: a Piacenza saranno processati per la rapina di Pontenure poi la pratica passerà alla Procura di Pavia che processerà i due per tutte le rapine.