“A Piacenza troppe aree verdi abbandonate e degradate, la nostra proposta è aprire un bando ai cittadini perché le possano prendere in comodato d’uso gratuito e gestirle, magari realizzando degli orti urbani”. Luigi Rabuffi, candidato sindaco di Piacenza in Comune, ha incontrato gli ortisti di via Einaudi insieme a Vittorio Velli, presidente degli Orti comunali di Piacenza e candidato nella medesima lista.
“Quando ero assessore all’ambiente avevamo proposto la realizzazione di un bando per concedere aree verdi degradate ai cittadini perché le curassero e riqualificassero- ha ricordato Rabuffi- ma questa proposta dava fastidio a qualcuno e così non è stato possibile concretizzarla”. Le cose andranno in modo ben diverso se Rabuffi diventerà sindaco: “Quando il Comune fa l’appalto per la gestione del verde pubblico deve inserirci tutte le aree verdi della città anche quelle abbandonate e questo ha un costo molto elevato. La nostra idea è invece quella di censire prima tutte le aree che potrebbero essere concesse ai cittadini perché le abbelliscano, le curino e magari le trasformino in orti urbani in cui coltivare la frutta e la verdura e lasciare il resto delle aree a gara per la gestione del verde”.
Orto urbano, al giorno d’oggi, significa anche un risparmio sulla spesa mensile: “Il costo della vita è sempre più alto e avere un pezzo di terra in cui coltivare ortaggi può significare un risparmio mensile sulla spesa non indifferente”.
L’intenzione di Rabuffi è anche quella di migliorare gli arredi urbani a correlazione del verde pubblico: “Che questi siano i bidoni dei parchi non mi piace proprio- ha detto alzandone uno- questi sono secchi dei muratori, visto che la comunità li paga credo dovremmo avere qualcosa di più decente”. Sempre in tema di verde pubblico, Rabuffi ha parlato di compensazioni ambientali: “La nostra idea è quella di svincolare la compensazione ambientale che i costruttori devono al Comune dal luogo stesso in cui stanno realizzando l’opera, ma andarla a mirare nei punti di maggiore necessità, avendo una visione globale della città e non particolare”.