Anzianità, patologie croniche e nuove esigenze: se ne parla all’università Cattolica

Le patologie croniche non si curano, ma si possono gestire in modo appropriato, anche intervenendo sugli stili di vita, al fine di posticipare la loro insorgenza.
Il 24 novembre a partire dalle 9, all’Università Cattolica di Piacenza, si rifletterà sulle modalità più efficaci di gestione di tali patologie nel convegno “Servizi territoriali e cronicità: approcci innovativi”. L’età media degli italiani è del resto molto cresciuta e di fatto l’Italia ha una quota significativa della popolazione rappresentata da over 65. Con l’aumento della speranza media di vita si sono sviluppate delle patologie definite cronico degenerative: molti anziani sono ipertesi, diabetici, cardiopatici, post ictali e talvolta con problemi legati a patologie degenerative come il Parkinson o l’Alzheimer.

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In quale modo i servizi sanitari possono rispondere a questi nuovi bisogni, con quali modalità e in quali strutture?

Da considerare anche il fatto che bisogno del paziente anziano, fragile, o che vive da solo, è un bisogno non solo sanitario ma anche sociale o socio assistenziale, legato alla spesa, alla pulizia propria e dell’ambiente in cui vive.

Sono problemi già molto presenti oggi tra i cittadini e sempre di più lo saranno soprattutto perché spesso l’assistenza è prestata da famigliari, spesso figlie o nuore con un lavoro ed una propria famiglia. Come integrare tutte queste esigenze? Quali reti costruire per la presa in carico del paziente anziano?

La risposta non è semplice ma negli ultimi tempi si è sviluppata una serie di servizi cosiddetti territoriali legati alle cure primarie con professionisti che intervengono sia a domicilio che in strutture intermedie (case della salute) al fine di offrire una risposta integrata a questi bisogni che diventano sempre più complessi. L’evento del 24 novembre mira a favorire un confronto e un’integrazione tra i punti di vista di AUSL, Enti Locali e ricerca.