Sono 30.490, pari al 7,5 per cento delle imprese regionali. Perse in un anno 1.632 imprese (-5,1 per cento). Tra i settori, è il crollo nelle costruzioni (-920 unità, -12,7 per cento) a determinare la tendenza, l’industria perde il 6,7 per cento e aumenta ancora il calo nei servizi (-2,9 per cento). Si riduce il contributo positivo che viene dall’agricoltura e dalla pesca (+1,1 per cento). La tendenza è dovuta alle ditte individuali (-1.419 unità), scendono le società di persone (-10,7 per cento), ma non è sostenuta la crescita delle società di capitali (+2,1 per cento).
La base imprenditoriale giovanile continua a contrarsi. A fine settembre le imprese attive giovanili sono risultate 30.490, pari a solo il 7,5 per cento delle imprese regionali. In un anno ne sono andate perdute 1.632 (-5,1 per cento), con una ulteriore lieve accelerazione della tendenza negativa, mentre le altre imprese sono diminuite solo dello 0,6 per cento. Da tempo, la tendenza regionale risulta più pesante di quella nazionale, che ha visto le imprese giovanili (507.409, pari al 9,8 per cento del totale) diminuire del 3,0 per cento e le altre imprese confermare la tendenza positiva e segnare un nuovo lieve aumento (+0,3 per cento).
Questa l’immagine che emerge dal Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese giovanili aumentano solo in Sardegna e Basilicata. Tra le regioni che crescono meno sotto questo profilo l’Emilia-Romagna è come il Veneto (-4,4 per cento) mentre la tendenza è meno pesante in Lombardia (-3,1 per cento) e Piemonte (-3,5 per cento).
I settori La crisi dei comparti produttivi tradizionali ha colpito particolarmente le imprese giovanili. La loro riduzione è determinata soprattutto dal pesante crollo delle imprese delle costruzioni (-920 unità, -12,7 per cento), un settore che continua a scontare gravi difficoltà, al quale si aggiungono la rapida caduta delle imprese dell’industria (-160 unità, -6,7 per cento) e l’ampia flessione delle imprese dell’insieme del settore dei servizi (-577 imprese, -2,9 per cento), derivante dalla più marcata riduzione nel settore del commercio (-436 imprese, -5,3 per cento) e dalla più lieve flessione nell’aggregato degli altri servizi (-141 imprese, -1,2 per cento). Contrariamente alla tendenza prevalente tra le altre imprese, risultano in leggera crescita solo le imprese giovanili attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, +25 imprese, +1,1 per cento, grazie alla crescita della pesca e acquacoltura.
La forma giuridica La riduzione è principalmente da attribuire alla flessione molto ampia delle ditte individuali (-1.419 unità, -5,7 per cento), anche se la contrazione è stata notevolmente più rapida per le società di persone (-10,7 per cento, pari a 264 unità), attribuibile all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata, che sostiene la crescita più contenuta delle società di capitale (+93 unità, +2,1 per cento).