I più noti marchi emiliano-romagnoli saranno di nuovo protagonisti sul palcoscenico del 51° Vinitaly, la fiera in programma a Verona dal 9 al 12 aprile, grazie all’impegno di Enoteca regionale Emilia Romagna. Su un’area di circa 4.000 mq all’interno del Padiglione 1, situato in posizione strategica proprio all’ingresso della fiera, saranno ospitati circa 200 tra singole cantine e consorzi con il meglio delle produzioni regionali, mentre una ventina di sommelier distribuiti in sette banchi d’assaggio offriranno in degustazione ai visitatori 500 vini. Non mancherà poi il ristorante che, forte di una brigata di una quarantina tra cuochi e camerieri, proporràcome da tradizione un menù fortemente legato al territorio per far riscoprire l’identità enogastronomica emiliano-romagnola attraverso l’abbinamento cibo/vino.
Un itinerario tra i profumi e i sapori del vigneto Emilia-Romagna
Un viaggio all’insegna dei profumi e dei sapori del “vigneto Emilia-Romagna”, arricchito da un fitto calendario di eventi, che è stato presentato oggi a Bologna. In un anno, il 2016, che ha registrato una crescita del 2,4% del nostro export agroalimentare, le vendite all’estero dei nostri vini hanno fatto ancora meglio, con un aumento del 5%, per un totale di 290 milioni (fonte: Osservatorio Wine Monitor-Nomisma). Di particolare rilievo la performance sui mercati extra-Ue, Usa in testa, che per la prima volta hanno sorpassato per valore quelli del Vecchio Continente. “È la dimostrazione- ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- dei notevoli passi in avanti compiuti dalla vitivinicoltura emiliano-romagnola sotto il profilo della qualità e dell’innovazione in cantina. Tuttavia vogliamo fare ancora meglio; per questo continueremo a sostenere le nostre imprese per affrontare al meglio la sfida della competitività, coinvolgendole nelle iniziative promozionali più rilevanti in Italia e all’estero, a partire dalla ‘Settimana della cucina italiana nel mondo’. Nell’ultimo triennio 2014-2016 abbiamo investito quasi 80 milioni nel settore e anche quest’anno destineremo circa 25 milioni per supportare i progetti di sviluppo delle aziende con contributi per investimenti, promozione, ristrutturazione e riconversione vigneti e vendemmia verde”.
In mostra i “quadri di terra” dove nascono i principali vitigni regionali
Saranno due i temi principali intorno ai quali ruoterà la partecipazione delle cantine emiliano-romagnole alla rassegna veronese. Il primo è la via Emilia, filo conduttore negli ultimi anni della comunicazione dell’Enoteca regionale, declinato stavolta nella versione “Profumi dalla terra”. Per dare visibilità a questa idea i visitatori potranno osservare su un grande pannello all’interno del Padiglione 1 degli originali “quadri di terra”: terra vera, frutto di appositi carotaggi, che rappresentano i diversi tipi di terreno che si incontrano percorrendo da sud a nord la via Emilia e che corrispondono ai 7 vitigni da cui nascono i più noti vini regionali Dop e Igp: Albana, Sangiovese, Pignoletto, Fortana, Lambrusco, Malvasia e Gutturnio. Per ogni vino ci sarà poi la rappresentazione grafica dei profumi e dei sapori che li connotano, attraverso immagini di fiori, frutti, ecc.
La sfida della sostenibilità
Il secondo tema forte proposto da Enoteca regionale a Vinitaly 2017 è la sostenibilità, intesa come il valore aggiunto di un territorio. “Partendo da Modena e Reggio Emilia- ha spiegato il presidente, Pierluigi Sciolette- abbiamo avviato un percorso per ottenere la certificazione di sostenibilità territoriale nelle aree Dop. Una certificazione – forse la prima in assoluto a livello nazionale – che riguarderà non un singolo prodotto o una singola azienda, bensì un intero comparto. Sono già partite le prime sperimentazioni, in collaborazione con Equalitas. Puntiamo ad una certificazione completa, che tenga in considerazione tutti i criteri della sostenibilità: ambientale, sociale e economica”. Un’importante traguardo a favore di tantissimi produttori che da anni s’impegnano per migliorare le tecniche colturali e proteggere l’ambiente, nonché un fattore di competitività sui mercati. A Verona verrà inoltre riproposta l’iniziativa “Carta canta”, che ha esordito ad Enologica 2016. Enoteca regionale ha istituito un albo degli “Ambasciatori dei vini dell’Emilia-Romagna” per dare il giusto riconoscimento ai gestori di locali – ristoranti, enoteche, bar, ecc. – che in tutto il mondo si impegnano per la valorizzazione delle etichette regionali nelle loro carte dei vini. E lunedì 10 aprile saranno conferiti altri 20 attestati agli esercenti che si sono contraddistinti. “Un’iniziativa- ha rimarcato il direttore, Ambrogio Manzi- che intende premiare l’impegno di chi crede nella tipicità. Una sorta di marchio di qualità per i locali selezionati».
Per aiutare i visitatori ad orientarsi all’interno del Padiglione 1 l’Enoteca regionale riproporrà anche quest’anno un’App in doppia lingua (italiano e inglese) per l’esplorazione guidata dei banchi d’assaggio in fiera. Il servizio web è raggiungibile tramite un apposito bottone dall’App “Via Emilia Wine & Food” di Apt Servizi Emilia-Romagna. Nel ricco calendario di eventi da segnalare anche la celebrazione di due importanti anniversari – il 50° della Dop Romagna Sangiovese e della Dop Colli Piacentini Gutturnio – e un’inedita sfida del Sangiovese tra la Romagna e il Sudafrica.
Un po’ di numeri del settore
Nel 2016 in Emilia-Romagna – secondo stime dell’Assessorato regionale all’agricoltura – sono stati prodotti oltre 7,16 milioni di ettolitri di vino (+6,1%), su una superficie di circa 51.500 ettari (-6%). La Plv (Produzione lorda vendibile) del settore si è attestata sui 315 milioni. Nella classifica per province, la quota più alta di vigneti si trova nel ravennate (29,7%); seguono Modena e Reggio Emilia, appaiate intorno al 15%, Forlì-Cesena (11,8%) e Bologna (11,7%).
Dopo un biennio 2014-2015 in flessione, in forte ripresa l’anno scorso l’export regionale di vino (+5%, pari a circa 290 milioni); una performance – segnala ancora Nomisma – migliore dell’analogo trend nazionale (+4,2%) e che per la prima volta ha visto i mercati extraUe sopravanzare per giro d’affari quelli comunitari (51% rispetto al 35% di dieci anni fa). Negli ultimi anni è molto cresciuta anche l’incidenza del vino in bottiglia, che ormai pesa per oltre la metà sull’export complessivo. Tra i Paesi più ricettivi per i vini emiliano-romagnoli svettano gli Usa, secondo mercato per importanza dopo la Germania (20,2% contro il 25,6%); al terzo posto il Canada (6,3%), seguita da Gran Bretagna (4,8%) e Francia (4,2%). Tra mercati extracomunitari in forte sviluppo Giappone, Russia e, soprattutto, la Cina.
“Vinitaly – ha ricordato Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – è un’occasione per far conoscere le eccellenze del territorio. Le Camere di commercio sono fortemente impegnate, attraverso programmi come Deliziando, in collaborazione con la Regione, in una promozione ad ampio raggio dell’agroalimentare di qualità che comprende anche il comparto vinicolo e si estende al turismo e alla cultura. Inoltre per favorire l’internazionalizzazione delle imprese Unioncamere e le Camere di commercio propongono servizi come IER (Intelligent Export Report), per offrire alle Pmi un orientamento strategico personalizzato”.
Venendo ai consumi in casa nostra tra i vini emiliano-romagnoli più venduti il Lambrusco, che in base ad un’indagine Iri ha confermato anche nel 2016 il primato di vendite sugli scaffali della Gdo italiana (oltre 13 milioni di ettolitri in bottiglie, +2,5% in volume e +3,1% in valore). Altra etichetta in ascesa il Pignoletto che, nella scia del boom dei vini frizzanti, scala posizioni ed entra nella top five dei vini italiani con il più alto tasso di crescita dei consumi (+14,2 in volume e +13,2% in valore). Infine, tra le new entry pure il rosso piacentino Gutturnio, che un po’ a sorpresa guadagna il 14° posto nella classifica delle etichette più richieste nella Grande distribuzione, mettendo a segno la migliore performance in assoluto sia in volume (+7%), che in valore (+5,5%) tra le 14 Dop italiane più blasonate.