Un Barbiere icasticamente comico e malinconico insieme.
Per la quinta edizione di Musica sotto le stelle, gli Amici della Lirica ed altre istituzioni piacentine, tra le quali la Banca di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, hanno promosso una produzione giovanile del rossiniano Barbiere di Siviglia.
L’Autore l’aveva composto in soli 20 giorni; l’Opera aveva debuttato a Venezia nel 1816. Lo spettacolo piacentino nasce da una collaborazione di intenti e dall’unione di giovani forze accumunate dall’amore per l’Opera.
A causa del maltempo il Barbiere si è svolto al Teatro Municipale e non in Piazza sant’Antonino, togliendo forse parte della suggestione emotiva legata al “plein air”.
L’Opera è stata dedicata al grande presidente degli Amici della Lirica, Sergio Bonocore, recentemente scomparso; assai gentile l’idea di far cadere la data della rappresentazione proprio nel giorno di san Sergio.
Tutti conosciamo la verve di Figaro, il celebre barbiere, factotum della città di Siviglia, che incanta i suoi avventori con la propria arguzia e la straordinaria energia. D’altra parte, il testo della commedia di Beaumarchais è l’emblema della dialettica drammaturgica di un capolavoro teatrale che avrebbe cambiato la storia sociale del teatro: la nuova affermazione della classe borghese sulla vecchia aristocrazia. Per le scene, semplici ma evocative, ideate da Giuseppina Campolonghi e Riccardo Buscarini si è mossa la vicenda di Figaro e dei due innamorati, il Conte di Almaviva e Rosina.
La comicità esilarante di Rossini non nasconde la malinconia e la beffa che soggiacciono ad ogni episodio di riso, insito nella psicologia effervescente di tutti i personaggi dell’Opera, escluso il vecchio don Bartolo, arroccato su assurde pretese amorose sulla giovane protetta Rosina. Ogni comicità nasconde sempre la malinconia del vivere!
Bravissimi tutti gli interpreti, dolcemente concertati da Filippo Rovani alla testa dell’Italian Opera Chamber Ensamble insieme al Coro Lirico di Bergamo. Svettante il Figaro di Quiaming Dou; romanticissimo il Conte di Almaviva (Manuel Amati); piccola ma interessante la voce di Rosina (Natalia Labourdette).
Nell’insieme una gradevole performance di fine estate.