Agostino prolunga il suo soggiorno alla Galleana, rabbia e goliardia tra web e cartelli

C’è chi ha già pensato di ribattezzare il Parco della Galleana in “Porco della Galleana”, in onore dei due cinghiali che da quattro giorni tengono in scacco la città, o almeno quella parte di città che vorrebbe trascorrere questi caldi giorni d’estate all’interno dell’area verde più grande di Piacenza. Da venerdì, giorno del primo avvistamento, la Galleana è chiusa al pubblico e ancora di Agostino nessuna traccia. Eh già, perché così è stato ribattezzato dal web uno dei due ungulati (termine tecnico) che dopo essere stati fotografati dagli operatori del Comune hanno, come si suol dire in questi casi, fatto perdere le proprie tracce. Si nascondono tra i cespugli? Hanno approfittato di una buca nella recinzione per fuggire? Nessuno lo sa, sta di fatto che la task force arruolata per la caccia al cinghiale in stile urbano ancora non ha raggiunto i risultati sperati. Scherzi a parte, si deve tenere presente che il parco della Galleana è uno spazio sterminato ed enorme e i cinghiali, pur grossi che siano, non sono certo elefanti e comunque hanno le zampe, zampe che sanno utilizzare anche con una certa agevolezza.

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Qualche concittadino pare meno disposto alle giustificazioni, almeno è ciò che emerge leggendo alcuni cartelli comparsi sui cancelli d’ingresso del parco: “Fate veramente schifo, per due cinghiali tenete chiuso l’unico parco dove la gente può andare per uscire un po’ di casa, neanche fossero due leoni. Non vi vergognate?”. Altri cartelli apparsi in questi giorni hanno un sapore più ecologista e ideologico: “Parco temporaneamente chiuso per la presenza di animali selvatici liberati dai cacciatori rimasti impuniti”.

Ma sul web c’è anche chi cerca di prenderla sul ridere e posta un’immagine di Agostino (che poi Agostino non è bensì un sosia) con tanto di occhiali da sole e sguardo da furbetto che intima: “Se rivolete il vostro parco mettetemi al posto della Lupa”. Ma tanto abbiamo il sentore che il nostro cinghiale magari non diventerà un simbolo di Piacenza, ma di certo sarà nei sogni di qualcuno per molto tempo.