Nel quadro generale del sistema produttivo italiano, ancora penalizzato dalla crisi esplosa a livello globale nel 2008, la piccola impresa continua a recitare un ruolo da protagonista dando lavoro al 60% degli occupati, producendo il 40% del valore aggiunto nazionale, ma ottenendo solo il 20% del credito.
La difficoltà di accesso al credito vissuta da questo importante comparto del mondo produttivo frena la crescita e lo sviluppo delle piccole imprese e, soprattutto, la ripresa economica tanto auspicata. Dalla fine dello scorso anno si registra un recupero del credito alle imprese con oltre venti addetti, mentre permane negativa la dinamica di quelle con meno di venti dipendenti. Gli interventi a sostegno dell’economia varati dalla Bce si sono riverberati, di fatto, solo sulle imprese di maggiori dimensioni.
“I numeri – dichiara il Presidente provinciale di CNA, Dario Costantini – testimoniano che i piccoli imprenditori non sono la causa dei problemi del sistema bancario, dato che le sofferenze relative ai prestiti fino a 125mila euro rappresentano solo l’11,3% del totale, anche se riferite all’81,7% della clientela. Le sofferenze causate dai prestiti superiori al milione di euro, invece, sono oltre il 61% complessivo, sia pure generate soltanto dal 2,6% della clientela. CNA ha una conoscenza diretta delle imprese del territorio e credo che questo fattore rappresenti un elemento fondamentale per ricostruire un sano rapporto di collaborazione tra banche e imprese”.
“Il credito – aggiunge il Direttore Enrica Gambazza – può costituire un volano decisivo per la ripresa del nostro tessuto produttivo e per lo sviluppo di nuove realtà aziendali, elementi fondamentali per la prospettiva di crescita futura del nostro territorio e, più in generale, del nostro Paese. Molte imprese piacentine continuano ad avere grandi difficoltà ad ottenere credito per implementare e ammodernare la propria struttura produttiva, ma anche per investimenti destinati alla ricerca, allo sviluppo e al miglioramento tecnologico; difficoltà di accesso al credito che si traduce anche in una mancanza di sostegno, con richieste di garanzia importanti, allo start up delle nuove imprese”.