A Palazzo Galli la storia e l’esperienza di Sofonisba Anguissola

La figura della pittrice Sofonisba Anguissola è stata al centro della conversazione che si è tenuta a Palazzo Galli

La figura della pittrice Sofonisba Anguissola è stata al centro della conversazione che si è tenuta a Palazzo Galli, Sala Panini, tra lo scrittore Millo Borghini e la ricercatrice Fabiola Giancotti, presentati da Gianmarco Maiavacca (Segreteria Comitato esecutivo). Dialogo che ha approfondito anche i temi della biografia nell’arte e dell’irruzione delle donne nel Rinascimento. Già, perché Sofonisba Anguissola è stata la prima pittrice donna del Cinquecento (allieva di Bernardino Campi) ed è considerata – ha spiegato il dott. Borghini – una sorta di “femminista ante litteram”. In una società in cui le donne necessitavano di un tutore per le normali attività pubbliche, l’artista, a contatto con le maggiori personalità del tempo, seppe far valere i propri diritti non solo nei confronti del fratello ma, con dolce fermezza, anche con Filippo II, il sovrano più importante dell’epoca. Il merito va tuttavia riconosciuto alla figura del padre che, intuite le capacità sue e delle sorelle, anch’esse pittrici, mandò “a bottega” le figlie dai più importanti pittori cremonesi, iniziando un’evoluzione che avrebbe portato alla nascita dell’artista moderna.

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Ma perché – ci si è domandati – parlare a Piacenza di una pittrice nata a Cremona e morta a Palermo? La risposta sta nelle origini piacentine della famiglia nobiliare degli Anguissola che – ha riferito Millo Borghini – nel XII secolo fu, con quella dei Landi, degli Scotti e dei Fontana, una delle 4 famiglie di Piacenza cui facevano capo i rispettivi quartieri (quartieri, non a caso). Radicata, in Valdarda e poi nelle Valli Nure e Trebbia, arrivò a possedere una quarantina di castelli (in una porzione di quello di Travo trascorre le sue vacanze il dott. Borghini, la cui moglie è discendente dell’antica famiglia) e diversi palazzi in città. Il dott. Borghini (medico odontoiatra con la passione per l’arte e la storia ereditata dai genitori) ha quindi fatto alcuni cenni – rispondendo alle domande di Fabiola Giancotti della casa editrice che ha pubblicato il libro di Borghini su Sofonisba – alla biografia da lui scritta qualche anno fa su Sofonisba Anguissola. Un libro che pone molta attenzione al contesto storico dove la pittrice ha vissuto e operato. Cremona, Milano, alla corte di Filippo II di Spagna (dove subì l’influenza dell’innovativa pittura di Velasquez), a Genova, Piacenza, Palermo. «Tutti luoghi – ha spiegato Millo Borghini – che ho visitato, tranne la Spagna, immaginandoli e descrivendoli com’erano ai tempi di Sofonisba». Un aspetto della vita della pittrice che non è riuscito a raccontare? «La misteriosa morte del primo marito, avvenuta sulla nave che lo stava portando in Spagna, attaccata dai pirati».

Fabiola Giancotti ha illustrato le sue ricerche sul come è nata la consuetudine di scrivere una biografia e sul significato della biografia nell’arte. «Una biografia – ha spiegato – non deve essere tanto un’esposizione cronologica, ma un racconto di vita. La prima con queste caratteristiche è stata l’autobiografia di Benvenuto Cellini. I pittori le biografie, loro o di altri, le “scrivevano” attraverso i ritratti». E Sofonisba Anguissola fu maestra in quest’arte. La dott.ssa Giancotti ha mostrato una serie di autoritratti e di ritratti delle sorelle e del fratello eseguiti dalla pittrice cremonese. «Opere – ha sottolineato Giancotti- che rappresentano il diario della vita di Sofonisba, con la famiglia a fungere da traccia della vita stessa».