C’è tanta storia e tanta vita nelle frazioni di Piacenza, realtà che spesso non conosciamo. Ecco dunque l’idea di scrivere un libro a loro dedicato (Le frazioni di Piacenza, di Mauro Molinaroli), presentato nel corso di un incontro che si è tenuto nella Sala Panini di Palazzo Galli. Il volume è stato illustrato dall’autore e dal sindaco Patrizia Barbieri (che ne ha scritto la prefazione), presentati al pubblico intervenuto dal presidente del Consiglio d’amministrazione della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna. «L’idea di questo libro è nata per caso – ha spiegato Molinaroli – dopo aver accompagnato il sindaco agli incontri con gli abitanti delle frazioni e aver ascoltato problemi e difficoltà; ma anche dopo aver scoperto la storia di questi piccoli centri, che nel corso dei secoli sono stati feudi, ma pure terra di conquista da parte dell’esercito napoleonico ai primi dell’‘800 (Bonaparte istituì i Comuni di Sant’Antonio, Mortizza e San Lazzaro, aggregati alla città nel 1923) e dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale». Un libro dunque che vuole sfatare l’erronea percezione che le frazioni siano lande desolate e senz’anima, ma al tempo stesso un’opera che parlando di questi centri, sottolinea gli innumerevoli problemi che i loro abitanti si trovano quotidianamente – e da troppi anni – ad affrontare.
Molinaroli ha espresso apprezzamento per l’operato di Patrizia Barbieri: «E’ il primo sindaco – ha detto – che ha dimostrato di avere a cuore le realtà frazionali, che sta cercando di aiutare con impegno e coraggio, tenendo per sé la delega relativa».
«Quando ero in campagna elettorale – è intervenuto il primo cittadino, che ha ringraziato la Banca di Piacenza per l’occasione dell’incontro – mi sono resa conto che il mondo delle frazioni, rappresentato da 28mila abitanti, si sentiva abbandonato. Ogni frazione ha problematiche diverse e complesse. Vallera e La Verza hanno il problema sicurezza, il Capitolo quello ambientale, Gerbido vuole la piazza, altri non hanno la connessione a Internet. I problemi, insomma, sono tanti e, anche se piccoli, nel loro insieme incidono sulla qualità della vita. E dato che per ogni frazione va studiata una soluzione diversa, un singolo assessore non poteva occuparsene. Ecco perché ho tenuto la delega».
«Nel tempo – ha rimarcato Patrizia Barbieri – nessuno si è occupato dei problemi. Noi abbiamo iniziato a farlo, partendo anche dalle piccole cose, come i cestini nelle aree verdi o come il far passare il commerciante ambulante dove non ci sono negozi. Per arrivare poi anche a quelle un po’ più grandi: vogliamo che chi va ad insediarsi nelle aree industriali restituisca qualcosa al territorio. Per Gerbido abbiamo fatto un accordo davanti al notaio con un imprenditore che avvierà un piano industriale nella zona, accordo che lo impegna a costruire la piazza nella frazione. Credo che siano questi i discorsi vincenti rispetto alla risoluzione dei problemi».