Regionali, al voto uno su tre. E la Lega Nord con Fabbri vola a Piacenza

E’ Stefano Bonaccini il nuovo presidente della Regione Emilia Romagna, ma il neo governatore non può certo cantare vittoria. Il successore di Vasco Errani vince una competizione elettorale caratterizzata dal bassissimo livello di affluenza (36,2% a Piacenza, il 37,6% in regione) e dal prepotente ritorno della Lega Nord che trascina il centrodestra. Un successo, quello del Carroccio, sicuramente pronosticabile alla vigilia, ma non in queste dimensioni che hanno del clamoroso: sopra il 28% nella provincia di Piacenza. E se a livello regionale il centrosinistra mantiene comunque 20 punti percentuali di distacco sulla coalizione avversaria, grazie al successo leghista il centrodestra che sosteneva Alan Fabbri torna a fare la voce grossa nel territorio piacentino dopo qualche anno di appannamento e con oltre il 47,35% Tra Lega (28,33%), Forza Italia (14,15%) e Fratelli d’Italia (5,39%) rifila dieci punti alla coalizione di centrosinistra, di poco sopra il 37%, in cui spicca un Pd in affanno che non passa il 35% (Sel al 2,27%, Emilia Romagna Civica al 0,56%). Tre i consiglieri regionali conquistati: Paola Gazzolo per il Pd, Matteo Rancan della Lega Nord e Fabio Callori di Forza Italia.

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A Piacenza il Pd arretra e su base provinciale non passa il 35% (meglio in città sul 37%), ben lontano dai livelli raggiunti alle Europee (sopra il 40%). I Democratici hanno pagato certamente la scarsa affluenza al voto e forse una campagna più incentrata sui personalismi delle candidature che non sui reali temi sentiti della gente. Cosa che ha saputo fare bene invece la Lega Nord con il leader nazionale Matteo Salvini che si è speso in lungo e in largo su tutto il territorio provinciale (ben tre visite solo a Piacenza), senza contare le mille comparsate in televisione, puntando su un tema su tutti assai sentito: la sicurezza.

“Abbiamo riconfermato la presidenza con Bonaccini – ha spiegato il segretario cittadino del Pd Paolo Sckokai – certo quello del partito non è stato un risultato positivo. Andremo quanto prima a valutarlo con calma”.

Euforia e brindisi nella sede della Lega Nord: “Siamo ritornati sui livelli precrisi – ha detto il segretario provinciale Pietro Pisani – c’è il dato preoccupante dell’astensione. La Lega ha dimostrato onestà e impegno per risolvere i problemi. Il governo Renzi sta fallendo. Bisogna tornare alla politica di 30 anni fa. Piacenza si conferma roccaforte del centrodestra”.

"Non si può essere soddisfatti di una partecipazione così bassa", dice invece Stefano Bonaccini, visibilmente deluso, alla luce della partecipazione abbondantemente sotto il 40%. "Sapevamo da un lato che avremmo pagato l'inchiesta, ma dall'altro c'è un pezzo di Pd che ha voluto dare un segnale restando a casa senza cercare un'alternativa a sinistra", aggiunge Bonaccini. "Bisogna leggere lucidamente questo voto, il distacco da Fabbri rimane attorno ai 20 punti, non è questo in discussione. Abbiamo cinque anni per dimostrare di fare bene. Bisogna portare un grande cambiamento", conclude.

In netto calo il Movimento 5 Stelle che a Piacenza sfiora il 10% (9,94%) e viene decisamente ridimensionato. La candidata Giulia Gibertoni fa segnare il 10,13%.

Maria Cristina Quintavalla di L’Altra Emilia Romagna ottiene il 3,11%.

Alessandro Rondoni, candidato del Nuovo Centrodestra-Udc-Emilia Romagna popolare al,1,83%. L’altro candidato Maurizio Mazzanti lo 0,24%.

DATI RIFERITI A 296 SEZIONI SCRUTINATE SU 304