Alla fine è stato una specie di tutti contro tutti con un finale in sospeso che suona come un nulla di fatto. E’ la seduta della Commissione consiliare 1 (Affari istituzionali) che si è riunita oggi alle 18 nella sala del Consiglio comunale di Piacenza ed era dedicata al caso Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’ente di via Sant’Eufemina, lo ricordiamo, dalla scorsa primavera è al centro di una bufera culminata con le dimissioni del presidente Francesco Scaravaggi, di fatto ancora in carica per gestire le attività in attesa dell’ormai imminente consiglio generale (26 settembre) dal quale uscirà il nome del suo successore. Al momento in lizza ci sono due nomi: quello di Massimo Toscani, presidente del Collegio notarile di Piacenza, e Giuseppino Molinari, presidente della galleria d’arte Ricci Oddi.
La commissione consiliare 1 si era posta l’obiettivo, all’inizio dell’estate, nel pieno della bufera, di monitorare la situazione della Fondazione ovvero dell’ente per eccellenza che investe sul territorio piacentino valorizzandone le eccellenze nei settori più disparati (elencati nello statuto) grazie a un patrimonio perlopiù “pubblico”; di qui l’interesse della collettività e della politica nonostante si tratti di un ente, per definizione, autonomo.
Alla riunione di oggi erano stati invitati il presidente Scaravaggi e il sindaco Dosi ma hanno declinato, entrambi per ragioni di “opportunità” sebbene da punti di vista differenti. Ma proprio su queste assenze si è espresso con toni molto duri il consigliere di Piacenza Viva Marco Colosimo, il primo a prendere la parola; toni duri soprattutto con riferimento all’assenza del primo cittadino. «Non presenziando oggi – ha detto – il sindaco dimostra ancora una volta di essere inadatto al ruolo che ricopre, dimostra di non avere gli attributi». (Definiti, a dire il vero, in modo decisamente più colorito, con conseguente “scampanellata” di richiamo da parte del presidente di commissione Stefano Perrucci). «La situazione della Fondazione è disastrosa – ha proseguito il consigliere più giovane di Palazzo Mercanti – e proprio non mi va che continuino ad avere voce in capitolo le stesse persone che l’hanno creata». E ha aggiunto che il sindaco Dosi aveva chiesto più volte ai consiglieri di esprimersi su quale, secondo loro, doveva essere il profilo adatto alla presidenza della Fondazione, «ma non ha mai ascoltato le nostre risposte».
E’ poi entrato nello specifico, Colosimo, commentando ancora una volta duramente le candidature attuali e concentrandosi su quella di Toscani: «Non basta avere un notaio alla presidenza dell’ente per risolverne i problemi di gestione». E ancora: «La partita è stata giocata male, il nostro sindaco si è fatto imporre dei nomi e a questo punto, visto che nessuno ci ascolta, non capisco cosa ci stiamo a fare qui». Infine ha indicato i nomi che secondo l’opposizione sarebbero stati adatti: Giacomo Vaciago, economista e già sindaco di Piacenza; Ettore Gotti Tedeschi, economista e banchiere con esperienza in campo internazionale; e Corrado Sforza Fogliani, avvocato, presidente di Confedilizia nazionale e già presidente della Banca di Piacenza.
Lucia Rocchi (Moderati) ha poi preso la parola chiedendosi e chiedendo il perché di una riunione, quella di commissione, che le appariva totalmente inutile alla luce della situazione: «Era ovvio – ha detto – e già si sapeva che non sarebbe stato presente nessuno dei protagonisti ai quali eventualmente rivolgere domande».
Anche Maria Lucia Girometta (Pdl) ha parlato di perdita di tempo riferendosi alla commissione sottolineando come almeno la presenza del sindaco sarebbe stata opportuna. E si è poi messa sulla falsa riga dell’intervento di Colosimo stigmatizzando la scarsa considerazione nella quale viene tenuto in consiglio e in particolare l’opposizione. «Niente di personale contro il notaio Toscani o con il presidente Molinari – ha concluso – ma queste due candidature sono piovute dall’alto».
Anche da Mirta Quagliaroli (M5S) è arrivata la critica nei confronti di una convocazione giudicata un’inutile perdita di tempo e uno spreco di soldi pubblici. Una gestione «a casaccio» un po’ di tutta la situazione, ha aggiunto la consigliera grillina, riferendosi anche alle candidature attuali: «Sono convinta che per un ente che deve sistemare un patrimonio impoverito dagli investimenti disastrosi che ormai tutti conosciamo, sarebbero servite delle competenze diverse».
Il consigliere ed ex parlamentare leghista Massimo Polledri è quello che ha senz’altro alzato maggiormente la temperatura nella sala consiliare. E’ partito in sordina, da politico esperto, ricordando pacatamente il ruolo che aveva assunto la commissione e cioè un ruolo di indirizzo e di verifica che si sarebbe dovuto declinare in un percorso preciso: domande da porre ai protagonisti, risposte ufficiali, individuazione di alcuni profili da prendere in considerazione per la presidenza e discussione in consiglio comunale. «Tutto questo non è stato fatto» ha sentenziato Polledri cambiando tono, ora decisamente più forte anche in termini di decibel. E senza mezzi termini ha dato la colpa a Perrucci, il presidente della commissione, attaccandosi al riferimento all’opportunità, alla delicatezza e ai consigli ricevuti, fatto dallo stesso presidente. «Io vedo solo omertà e reticenza – ha detto Polledri, urlando – a fronte di una situazione che ha portato Piacenza sulle pagine del Corriere, di Panorama e dell’Espresso facendoci fare figure barbine». «Noi siamo persone serie, cosa crede?» ha aggiunto, sempre a voce alta, sottolineando l’importanza del ruolo che la commissione si era assunta decidendo il percorso di verifica e indirizzo che ora, evidentemente, non ha portato a nessun risultato. Infine, come Colosimo, è tornato sui nomi proposti dall’opposizione sottolineandone le competenze e «l’autonomia di giudizio».
Laura Rapacioli del Pd ha spostato il nodo della questione sottolineando la totale assenza di competenza in capo al consiglio comunale nel nominare il presidente della Fondazione. «Ok discuterne ma non abbiamo alcun potere decisionale». Quindi non scaldiamoci troppo, sembrava voler dire.
Paolo Garetti (Sveglia), pur senza scaldarsi, ha però ritenuto di dover riportare l'attenzione sulla gravità della situazione patrimoniale e gestionale dell’ente più importante del territorio aggiungendo che proprio alla luce di tale gravità appare davvero controproducente permettersi di avere remore dovute a questioni di opportunità, delicatezza, sensibilità. E ha aggiunto: «Anche il fatto che i due consiglieri della Fondazione espressi da questa Amministrazione abbiano opinioni opposte rispetto alle candidature di Toscani e Molinari dimostra quanto si stiano tenendo i piedi in due scarpe. Alla fine siamo sempre qui a dirci le stesse cose già sapendo che tanto le decisioni ci passeranno sopra la testa. Eppure siamo il Consiglio comunale, non un gruppo di amici al bar dello sport».
E’ quindi stata la volta di un pacatissimo Marco Tassi (Pdl) che ha sottoposto ai colleghi un’informazione di carattere tecnico che forse già era nota ma che senz’altro ha riportato la questione alla realtà dei fatti: «Noi stiamo qui a discutere sui due candidati – ha detto – ma nulla vieta che se ne presentino altri, purché abbiano le caratteristiche richieste. Se ci sono altri candidati, si facciano avanti. Continuare a polemizzare ora come ora non è costruttivo».
Dopo il giro di interventi è stata la volta del presidente di commissione Stefano Perrucci che ha risposto per le rime al consigliere Polledri: «Lei mente» gli ha detto riferendosi all’accusa che lo stesso Polledri gli aveva rivolto; accusa di non aver dato seguito agli impegni presi proprio in sede di commissione. «Conosco benissimo i limiti del consiglio comunale e quindi di questa commissione – ha specificato Perrucci – ma ricordo che è stata anche l’opposizione a chiederne la convocazione pur conoscendo anch’essa i limiti in questione. Mi sono mosso con il massimo rispetto di tutti facendo quello che era possibile fare».
Decisamente accesa la controreplica di Polledri che ha rimandato al mittente l’accusa di dire menzogne con un secco «lei non si permetta!».
A questo punto ha preso la parola il consigliere Guglielmo Zucconi (gruppo misto) esordendo in modo perentorio: «Che brutta commissione!». E’ poi partito con una serie di frecciate all’indirizzo dell’opposizione: «E’ inutile che utilizziate la Fondazione per attaccare il sindaco Dosi – ha detto – Il consiglio comunale non ha alcun potere in questo campo e voi lo sapete benissimo. Se volete posso darvi io qualche argomento per fare un’opposizione seria».
L’ultimo atto di questa animatissima riunione di commissione è stata la presentazione di un ordine del giorno da parte di Colosimo, sostenuto dall’opposizione, nel quale si chiedeva una nuova convocazione invitando i due candidati alla presidenza della Fondazione e il revisore dei conti per rispondere alle domande dei consiglieri prima della votazione. Ordine del giorno che è però stato respinto. «Sarebbe stato giusto che venissero qui, nella sala dei cittadini. Ma la maggioranza ha voluto dire di no. E’ la dimostrazione che questa è un’amministrazione inadeguata».