Cantone alla Cattolica: “Prevenire la corruzione ancora prima di combatterla”

Qual è il contrario di corruzione? Da questo interrogativo parte la riflessione proposta dal Dipartimento di Scienze giuridiche e dalla facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza e coordinata dal prof. Dino Rinoldi, docente di Diritto dell’Unione Europea, che si è tenuta  questo pomeriggio, 5 novembre, alla sala Convegni G. Piana. Un convegno che ha visto come ospite illustre Raffaele Cantone, Presidente dell’A.N.A.C. (Autorità Nazionale Anticorruzione). 

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Cantone è balzato agli onori delle cronache per la frase recentemente pronunciata al momento di ricevere dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia il 'Sigillo' della città: "Milano si riappropria del ruolo di capitale morale d’Italia, Roma non ha gli anticorpi morali di cui ha bisogno" ha detto Cantone con riferimento ai noti fatti di Mafia Capitale. Una frase che ha sollevato una vera bufera mediatica e sulla quale il presidente dell'Anac oggi alla Cattolica non ha voluto tornare. Cantone ha accettato solo di rispondere a un paio di domande avanzate dai cronisti, principalmente su tematiche generali inerenti la corruzione e gli argomenti del convegno.

"Ciò su cui ci si deve concentrare maggiormente oggi è la prevenzione, per evitare di dover intervenire dopo che un reato è stato commesso. La filosofia vincente è cercare di scoprire i malaffari prima che vengano avviate le indagini: le inchieste sono ovviamente meritorie, ma noi dobbiamo puntare alla prevenzione, l'idea deve essere quella di debellare la corruzione. E non esiste luogo migliore dell'università per fare prevenzione".

A che punto siamo con il codice degli appalti?
"Io me lo auguro, siamo in dirittura di arrivo. Mi aspetto che l'approvazione al Senato altro non sia che una mera formalità anche perché i tempi sono maturi: le direttive comunitarie devono essere approvate entro il 16 aprile e se questo termine deve essere rispettato è necessario accelerare rispetto a questo momento".

Un incontro caratterizzato da un approccio plurimo: quello economico, curato dalla prof.ssa Emma Galli, dell’Università Sapienza di Roma, che ha valutato come sia rilevabile la corruzione, e quello repressivo, affrontato da Raffaele Piccirillo, Direttore generale della giustizia penale del Ministero della Giustizia, che si è soffermato sugli strumenti disponibili per perseguire gli illeciti.

“E' stata  l’occasione per soffermarsi sui contenuti, sugli adempimenti e sulle prospettive dei recenti interventi di contrasto alla corruzione – sottolinea il prof. Rinoldi-, fenomeno di difficile quantificazione, che coinvolge tanto la P.A. quanto i privati, compromettendo l’economia lecita”.