Dopo quasi 66 anni di permanenza a Cortemaggiore, l’Agip, benché oggi sotto forma ormai solo della controllata Saipem, sembra sul punto di lasciare il paese magiostrino. E ci sarebbe già una data, che circola da qualche tempo: il 31 di agosto, giorno in cui sarebbe prevista la chiusura. A renderla nota, in una lettera, il sindaco Gabriele Girometta, che ha inviato la nota all’amministratore delegato della Saipem, Umberto Vergine: “Non le nascondo le mie preoccupazioni personali, supportate da notizie che provengono dalle maestranze dei lavoratori di Saipem, per una definitiva dislocazione di attrezzature e macchinari da Cortemaggiore alla nuova sede in Romania entro il 31 agosto 2015. Se ciò fosse vero sarebbe un fatto molto grave per tutto il territorio magiostrino e limitrofo” si legge.
Preoccupazioni che, dal canto suo, l’amministratore delegato aveva provato a fugare, nel dicembre scorso, sempre con dichiarazioni messe nero su bianco: “Saipem sta procedendo all'apertura di un ulteriore centro di saldatura in Romania che, allo stato attuale, unitamente a Cortemaggiore e alla Croazia, riteniamo possa garantire un supporto più efficace ed efficiente alle nostre attività operative”. E aveva aggiunto che “per quanto riguarda il centro saldatura di Cortemaggiore, l'attuale forza lavoro assunta da Saipem e operante sul sito non deve temere alcuna ripercussione occupazionale”.
Rassicurazioni che, però, non sembrano coincidere con la realtà. Anche perché, come potete vedere in allegato – sia nei documenti che grazie alle fotografie di cui siamo venuti in possesso – i fatti sembrano dimostrare ben altro. E cioè che la controllata del “cane a sei zampe”, già da tempo pare aver avviato un lento ma inesorabile iter per la delocalizzazione del laboratorio di saldatura, verso la Romania. Sono numerosi i mezzi – a quanto hanno fatto sapere anche i lavoratori – che in questi ultimi mesi sono stati trasferiti nel nuovo laboratorio (del tutto analogo) nella cittadina di Ploiești in Romania o che sono in fase di imballaggio (vedi in allegato). Così come è evidente – sempre dalle immagini – lo smantellamento di un grande capannone, di recente costruzione, per il quale erano stati spesi centinaia di migliaia di euro (qualcuno parla addirittura di 400mila).
Una chiusura, insomma, che appare sempre più probabile, al di là delle date, che rappresenterebbe un un duro colpo per Cortemaggiore. Non solo dal punto di vista simbolico, visto che qui nel 1949 Enrico Matteo fondò l’Agip e, con un primo giacimento di metano contenente petrolio creò la prima benzina tutta italiana (la Supercortemaggiore), ma anche perché, oltre alla ventina di lavoratori interinali, sono un centinaio i dipendenti, tra i quali molti stranieri, che comunque ruotano intorno al laboratorio e alla scuola di saldatura. Un indotto che, in periodo di crisi, il paese non sembra pronto a poter perdere.