Non è stata trovata alcuna impronta digitale all’interno dell’appartamento di via Settembrini, a Milano, in cui lo scorso 7 agosto si è consumato il più atroce delitto che le cronache recenti ricordino: il cosiddetto delitto del trolley di cui sono accusato i due piacentini Paolo Grassi e Gianluca Civardi, trentenni. Dopo un paio d’ore, si è concluso in mattinata il secondo sopralluogo nell’appartamento di proprietà di Adriano Manesco, l’ex professore di estetica ucciso a coltellate, smembrato e gettato nella spazzatura a Lodi. La sera di quel giorno sono stati arrestti i due giovani, in carcere da allora e accusati di omicidio premeditato, a quanto pare per denaro.
Al sopralluogo, mirato alla ricerca di impronte digitali, era presente l’avvocato Alessandro Stampais che assiste Paolo Grassi. Il quale, come annunciato da Piacenza24, si trova nel carcere di Parma dallo scorso 13 novembre. Decisione che aveva lasciato perplessi il legale e i genitori dell’indagato, visto che si trattava di un allontanamento dalla sede processuale (e cioè Milano) e non era stata comunicata agli interessati in questione. Ora si sa il motivo: entrambi, Grassi e Civardi, sono stati tolti dall’isolamento nel quale erano rinchiusi dal giorno dell’arresto e i magistrati hanno dunque ritenuto che lo sviluppo delle indagini, tuttora in corso, non consentisse ai due indagati di incontrarsi e comunicare negli spazi comuni del medesimo carcere. Morale, uno dei due doveva essere trasferito altrove. E così è stato.