"Siamo tutti parte di un'unica grande famiglia". Questo il messaggio rivolto ai fedeli da Monsignor Gianni Ambrosio che ha officiato la celebrazione eucaristica nella Basilica di Sant'Antonino. Nel giorno della festa che più di tutte unisce laicità e spiritualità, il vescovo durante l'omelia ha espresso parole di gratitudine verso i padri della chiesa tra cui spicca Antonino. "Un giovane che ha affermato la sua libertà davanti al sopruso dell'imperatore. La nostra famiglia e' ricca di figure luminose di vita buona. La festa che celebriamo sia occasione propizia per ricordare che facciamo parte di questa grande famiglia. Tutti noi siamo figli ed eredi di questo tesoro. Oggi serve molto coraggio per saper prendersi carico di questo patrimonio. Ma difficile e' anche riconoscersi casi di creta. La presunzione di autosufficienza e' il seme di una fragilità che viene dimenticata. Si esalta la libertà, ma spesso la libertà e' a rischio. Basta pensare alla trappola del gioco d'azzardo che si diffonde nella nostra comunità".
Un ringraziamento particolare il vescovo l'ha poi rivolto "alle suore e alle monache consacrate di vita attiva e contemplativa". Come madre Anna Maria Canopi, badessa e fondatrice del monastero benedettino nell'isola di San Giulio sul lago di Orta in provincia di Novara, premiata al termine della cerimonia con il riconoscimento dell'onorificienza Antonino d'Oro. "Mi costa molto questo momento di visibilità – ha ammesso Madre Canopi – però ringrazio tutti per l'affetto e lo ricambio di cuore nella preghiera. Vi porto nel mio cuore, dove c'è posto per tutti".