Per molte persone un posto di lavoro stabile e sicuro è un miraggio, ma non per tutti. Per altri una patologia come il diabete può rappresentare un handicap, ma non per tutti. Il progetto da cui partirà il piacentino Claudio Pelizzeni prevede di raggiungere l’Australia, come primo step, con un budget economico limitato e senza viaggiare in aereo, privilegiando mezzi locali per coprire i 48mila chilometri che separano Piacenza da Sydney. Un viaggio di otto-nove mesi attraverso mezzo mondo (sedici nazioni) e poi, una volta arrivati a destinazioni, riorganizzarsi per cercare di allungare l’avventura sbarcando in Sud America con un cargo mercantile e successivamente in Africa per tornare – nel giro di due anni – al capolinea. Questa però è l’idea del viaggio. Quello che ci sta sopra è di gran lunga più interessante ed è il motivo per cui raccontiamo il suo progetto chiamato “triptherapy”.
Claudio Pelizzeni è – o meglio era – un bancario in carriera da quasi dieci anni. Lavoro fisso e sicuro, prospettiva di crescita economica e tutto quello che ne segue. Un giorno ha deciso che questo non era ciò che voleva, il suo sogno è sempre stato quello di girare il mondo perciò ha rassegnato le dimissioni e ha organizzato questa avventura. Il tutto per dimostrare che chiunque può realizzare i propri sogni, anche chi, come lui, è da ventiquattro anni che lotta contro il diabete di tipo 1. «Non sono un professionista dell’avventura, non sono un super uomo e non mi preparo quotidianamente per traversate estreme. Sono una persona come le altre, con una patologia molto comune – ci spiega – che ha deciso di mollare il lavoro e dimostrare che il diabete non è un limite insuperabile per fare certe cose: e lo dimostrerò passo dopo passo».
ASCOLTA L’INTERVISTA A CLAUDIO PELIZZENI
Il viaggio quindi come terapia. «Vorrei mostrare i possibili miglioramenti dovuti a una vita sana e sempre in movimento. Affronterò problemi comuni come la gestione delle scorte di insulina e la loro conservazione, il monitoraggio dei valori glicemici e le problematiche dovute allo scarso igiene in paesi sottosviluppati. Infine affronterò diete completamente differenti da quelle abituali e mi dedicherò ad attività come il trekking sull’Himalaya o le immersioni subacquee». E perché senza aereo? «Per riappropriami delle distanze, osservare le diverse culture e analizzare come cambiano lungo il percorso».
Triptherapy non è solo il percorso di uomo nel mondo, ma sarà il viaggio di tutti. «Triptherapy.net – prosegue Claudio – è un videoblog in presa diretta, ogni tre giorni caricherò delle brevi clip sulle situazioni vissute e sui luoghi visitati. Sarò presente (sotto il nome triptherapy) sui principali social network come Facebook, Twitter, Instagram e Google +. Inoltre il sito triptherapy.net conterrà approfondimenti sull’itinerario, la gestione del diabete e le spese sostenute». E’ un’avventura che deve essere alla portata di tutti dal punto di vista fisico ma anche economico. «Il mio budget sarà di 15 euro al giorno oltre a visti e trasporti eccezionali come mercantili e la Transiberiana. Una persona non deve per forza fare il mio viaggio, ma può organizzarsi e con pochi soldi farne alcune tratte, per questo motivo il sito conterrà dettagliati reportage. Il tema dei costi è alla base del progetto perché non potrò sforare il budget, altrimenti la missione sarà da considerare fallita».
E infine il viaggio, che è il centro del sogno. Pelizzeni partirà da Piacenza con destinazione Mosca utilizzando un comune autobus che percorre la tratta fino alla capitale russa, dopodiché inizierà il tragitto vero e proprio sulle rotte della Transiberiana e Transmongolica con destinazione Pechino. Da qui attraverserà la Cina meno conosciuta per arrivare in Tibet e Nepal dove sosterà alcuni giorni nei monasteri: e poi via verso India, Oceano Indiano, Thailandia, sud-est asiatico e Indonesia, per sbarcare in Australia e attraversarla tutta fino a Sydney. «In India in quel periodo ci saranno i monsoni e sfrutterò il momento per dedicarmi ad attività di volontariato negli orfanotrofi. Cercherò di utilizzare solamente le classi popolari al fine di interagire meglio con la popolazione indigena e rendere maggiormente interessanti i video clip». Dopo cosa succede? «C’è la seconda parte del viaggio, quella in cui vorrei attraversare l’Oceano Pacifico, sbarcare in Patagonia e andare dal SudAmerica agli Stati Uniti, scendere nuovamente verso il Venezuela e sbarcare in Africa. Ma questa è un’altra storia perché mi serviranno altri ventiquattro mesi e un budget nettamente superiore: ora l’obiettivo è l’Australia, dopodiché deciderò se proseguire o no». Partenza fissata il 4 maggio, arrivo previsto a Natale e tutti gli aggiornamenti sul sito www.triptherapy.net.