Insieme per estirpare una pratica disumana: mutilazioni genitali femminili

Mutilazioni genitali femminili. Uno stupro silenzioso consumato troppo spesso tra le mura di casa, un fenomeno vasto e complesso, una brutale violazione dei diritti femminili. Una recente indagine, promossa dalla Commissione delle Elette del Comune di Piacenza, ha rivelato che  la pratica pare interessare sempre più anche il territorio piacentino. Come affrontare un simile problema? La questione al centro dell’incontro svoltosi ieri pomeriggio nell’Auditorium Sant’Ilario è di quelle da trattare coi guanti. Sono storie di giovani donne, bambine e adolescenti. Storie di violenza inumana. Gretta. Meschina.

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Ad intervenire Andrea Bianchi, direttore generale AUSL di Piacenza, Maria Lucia Girometta consigliere comunale del Pdl, Themia Peters, Edvin Shehu, coordinatrice della Consulta Immigrazione e Mondialità, e Fatma Touchi. Quattro donne unite da un’unica e forte convinzione: la necessità di estirpare una pratica disumana. Come? Informando e facendo prevenzione.

“Si tratta – ha affermato Maria Lucia Girometta – di un fenomeno presente anche sul territorio piacentino, portato alla ribalta da poco. Per far fronte a questo problema occorre che i servizi sanitari locali si adeguino per mettere in atto una prevenzione efficace, tale da tutelare le bambine maggiormente esposte al rischio.”

Una pratica violenta, tanto antica quanto disumana. “Questo fenomeno – ha aggiunto Edvin Shehu – è difficile da affrontare, bisogna sensibilizzare le persone. Da un lato occorre parlare delle mutilazioni genitali femminili per far conoscere, dall’altro è necessario capire perchè si pratica ancora. Il problema è certamente culturale e su questo terreno possiamo intervenire.”