Botti (Pdl): “Eataly alla Cavallerizza non arriverà, cosa c’è da nascondere?”

“Ormai è certo: Eataly a Piacenza non arriverà più! Forse solo se “la sparo così grossa” troverò finalmente risposta all’interrogazione che ho presentato a fine luglio. Che l’Amministrazione abbia qualcosa da nascondere? Secondo il Regolamento vigente l’Ente doveva rispondermi entro il 31 di agosto. Sempre secondo Regolamento, la risposta se non fosse arrivata nei 30 (!) giorni successivi al primo termine – quindi, in tutto, il tempo per rispondere è di 60 giorni (sessanta! rendetevi conto) – “il Presidente del Consiglio comunale, previo assenso dell’interrogante, la iscrive all’ordine del giorno del Consiglio in una seduta dedicata alla trattazione delle interrogazioni”. Nemmeno questo è successo. Ho interpellato gli uffici, il Presidente, niente: a chi ancora mi dovrò rivolgere? Ad aprile di quest’anno, ricordo, vi fu una grande conferenza stampa per l’inizio lavori con l’imprenditore Farinetti, che dichiarava di voler venire a Piacenza soprattutto dopo il lungo corteggiamento della vecchia Amministrazione. Reggi annunciò a un mese dalle elezioni cittadine: “A Natale si apre”. Sì, forse Natale del prossimo anno! Infatti pochi giorni fa l’imprenditore piemontese ha dichiarato che a Piacenza si aprirà l’8 settembre 2013. Ormai sono due anni che attendiamo! Sarà vero? Io ho perso le speranze. Le motivazioni della mia insistenza sul tema sono molto semplici. Primo: ho visitato Eataly in altre città, ed è davvero un centro enogastronomico interessante ed attraente per amanti del gusto, semplici acquirenti di prodotti tipici italiani, o curiosi assaggiatori di degustazioni d’eccezione. Secondo: porterebbe, seppur pochi, ma nuovi posti di lavoro a Piacenza. Terzo:
inserirà nelle sue catene di distribuzioni i nostri prodotti locali. Quarto: vista la decadenza
del nostro centro storico, il suo arrivo forse potrebbe essere occasione di rivitalizzazione.
Per queste ragioni mi sembra uno spreco perdere ancora altro tempo. Forse sarà colpa della burocrazia ottocentesca fatta di bolli, timbri, protocolli, buste e fascicoli; oppure una via libera formale dei vigili del fuoco, o forse sarà troppo oneroso per Farinetti l’affitto della Cavallerizza (30 mila € all’anno !?, non credo proprio), o della crisi del settore edile. Sta di fatto che l’area sullo stradone Farnese rimane uno dei salotti più tristi e
vuoti di Piacenza. Attendendo sempre più fiduciosi, per il bene di Piacenza e dei piacentini, quei
migliori anni davanti a noi (ormai sempre più lontani) che ci avevano promesso, spero
almeno sia data risposta alla mia interrogazione”.

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Giovanni Botti