Barack Obama è stato confermato alla guida degli Stati Uniti con un risultato dai contorni netti, malgrado il testa a testa con Romney delle ultime giornate: un risultato accolto con grande soddisfazione da Katia Tarasconi, assessore al commercio del comune di Piacenza dalla doppia cittadinanza (ha vissuto negli Usa per dodici anni). Tarasconi ha potuto quindi partecipare al voto on line, seguendo la procedura prevista e parlando con il proprio rappresentante nello stato del Massachussetts.
“Un’elezione importante, che segna un ritorno alla speranza” – ha commentato questa mattina in collegamento telefonico con Radio Sound – “le altre alternative avrebbero avuto effetti devastanti. Lo conferma anche la reazione positiva dei mercati. Il discorso fatto dal presidente è stato bellissimo, sono emozionata e contenta.”
Dichiarazioni perfettamente in linea con le aspettative di Katia Tarasconi raccolte da Piacenza 24 in settembre, quando l’assessore auspicava la riconferma di Obama: “E’ stato un presidente che ha cercato di cambiare le cose. E si sa, per farlo ci vuole del tempo. Certo anche lui deve fare i conti con le difficoltà del momento, ma non vedo alternative. Con Romney si tornerebbe indietro nella storia, non solo per gli Usa, ma per tutto il mondo”.
Con quell’aria da eterna studentessa di college l’assessore comunale Katia Tarasconi parla sempre con piacere degli States. E’ là, nella Grande Mela, (come già le cronache piacentine hanno raccontato da quando nel 2007 ha intrapreso la carriera politica), che Tarasconi ha trascorso dodici anni della sua vita, tra liceo, Università e master. “Un’esperienza fantastica – racconta – anche se quando arrivai oltreoceano, a 14 anni, non fu per niente facile visto che per gli americani noi stranieri eravamo visti quasi come alieni”. Dodici anni, dal 1986 al 1998, per cementare un legame che, nonostante il suo rientro in Italia, è rimasto indissolubile. Tanto che oggi l’assessore piacentino conserva il doppio passaporto e la doppia cittadinanza.
“Quando ero negli States difendevo l’Italia e oggi che sono in Italia difendo gli Stati Uniti. Certo, mi sento anche americana. Quattro anni fa mi fece piacere vedere un candidato giovane e di colore: a mio avviso è stato un passo avanti nella storia. Due anni fa gli americani hanno vissuto un momento di crisi profonda e la delusione nei confronti di Obama era palpabile. La riforma sanitaria è stata epocale, ed è stato difficile farla digerire al ceto medio-alto. Tuttavia ha avuto il merito di aver riportato equità. Certo, della presidenza Obama alcuni provvedimenti sono condivisibili, altri meno. E’ stato un presidente che ha cercato di cambiare le cose, ci vuole del tempo. Se dovessi “importare” qualcosa dagli Usa, sicuramente sarebbe la meritocrazia, lo dimostrano le carriere dei miei compagni di liceo di allora. Però non è tutto oro. In Italia abbiamo un senso di comunità che andrebbe esportato.”