“Gioco d’azzardo, a Piacenza cento richieste d’aiuto in un anno”

Il gioco d’azzardo è un gioco che prevede puntate in denaro con l’esito della giocata determinata solo dalla fortuna, caratteristica che lo diversifica da giochi come tennis o scacchi dove è l’abilità a fare la differenza. I numeri delle persone dipendenti dal gioco d’azzardo sono in aumento perché a costo zero si lavora con risorse piccole. I giocatori sono tanti, tanti chiedono aiuto. Quest’anno a Piacenza arriviamo a cento persone che sono state prese in carico in un anno. C’ è poi un sommerso rilevante perché molto spesso la vergogna ti blocca e non sei portato a chiedere aiuto”. Si è espresso in questi termini Maurizio Avanzi del Sert di Cortemaggiore, intervenuto in commissione 3 (Servizi sociali) per fare il punto della situazione su una grave piaga della nostra società. Avanzi ha tracciato uno spaccato della realtà piacentina delineando le caratteristiche di una dipendenza che pochi giorni fa aveva portato il sindaco Paolo Dosi a dichiarare di essere profondamente preoccupato dal proliferare di sale da gioco. “Un giocatore d’azzardo tipico non esiste, considerata la gamma di giochi esistenti, ognuno si sceglie il suo gioco: gratta e vinci, scommesse calcio per i più giovani, le new slot, il Bingo per i più anziani. C’è di tutto e per tutti i gusti – ha osservato Avanzi – Sono le coppie in cui giocano entrambi i coniugi le situazioni più difficili da risolvere perché a volte capita che smetta uno e non l’altro e si trascinano l’un l’altro”.

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Ma che cosa può fare un’amministrazione?

“Occorre cominciare a parlare di questo fenomeno, mettere le luci addosso a un fenomeno che per ora è considerato normale ma che fa danni enormi. Una volta non c’era la possibilità uscendo di casa di giocare, oggi sei invaso da mille possibilità fuori e dentro le mura domestiche: in qualunque angolo puoi trovare da giocare”.

Quanto è difficile uscire dal tunnel?

“Non è facile uscire dal tunnel, non esistono terapie farmacologiche, si agisce a mani nude. Quando uno gioca spersa sempre di fare una vincita che ti risolva i problemi economici e giochi fino a quando questa vincita non arriva. Spesso poi però il problema diventa così grave che arrivi anche a tentare gesti estremi”.

Quando si arriva a chiedere aiuto?

“Chiedi aiuto quando i famigliari se ne accorgono. C’è chi si sente sollevato dal giocare e dal non avere l’amante, poi però rischi di fare debiti che si ripercuotono sui figli”.

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ORE 10 – il Comune di Piacenza parteciperà al convegno che si terrà il 30 novembre a Corsico (Milano) organizzato dall’associazione Terre di Mezzo in materia di gioco d’azzardo. Nella pratica si discuterà di come le amministrazioni comunali possono gestire e controllare il fenomeno dell’incremento delle sale giochi, quali strumenti adottare per prevenire il gioco compulsivo e la dipendenza e quali servizi educativi rivolti ai più giovani possono essere avviati. Il sindaco Paolo Dosi è da tempo in prima in questa battaglia: “Purtroppo esiste un corto circuito per cui l’autonomia di intervento da parte dei Comuni è limitata (le autorizzazioni sono concesse dalle prefettura) anche in considerazione del fatto che gli introiti erariali sono ingenti. Noi ci siamo attivati per informare ed educare sul problema, in particolare all’interno delle scuole e grazie all’Asl abbiamo aperto un dipartimento ad hoc per sostenere le persone colpite da questa dipendenza. L’educazione e l’informazione preventiva sono le nostre uniche armi”.

Ma ciò su cui il sindaco Dosi vuole fare chiarezza è il rapporto tra le sale giochi e gli esercizi ‘Compro Oro’. Il fenomeno del gioco d’azzardo, infatti, sembrerebbe procedere a braccetto con il proliferare di negozi che consegnano denaro in cambio di oggetti preziosi. Il dubbio del primo cittadino è che questi ‘Compro Oro’ sfruttino la tendenza dei giocatori compulsivi a rovinarsi economicamente: “E’ stato accertato che questi esercizi sorgono con maggiore frequenza in prossimità di sale giochi e casinò, la relazione è evidente. Inoltre esiste il concreto sospetto che alcuni di questi ‘Compro Oro’ siano limitrofi alla malavita, soprattutto nel riciclaggio di denaro”

Secondo gli addetti ai lavori, in un anno i ‘Compro Oro’ si sarebbero incrementati del 20 per cento raggiungendo le 50 unità sul nostro territorio.