Vicenda Ikea, pubblichiamo integralmente la lettera aperta che il poeta piacentino Maurizio Bottigelli ha scritto alla polizia criticandola per le cariche fatte nei confronti dei lavoratori che protestavano. “Nel giugno del 1968 Pasolini scrisse una delle sue poesie più discusse, più famose, più ricordate (spesso strumentalmente), ma anche paradossalmente meno capite. Pasolini scrisse ai giovani manifestanti di Valle Giulia una poesia, una poesia che conteneva alcuni versi a difesa dei poliziotti: “… Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. … I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato, appartengono all’altra classe sociale. A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. …”. Perchè prendo ad esempio per la mia riflessione,questo frammento di poesia, per rivolgermi alle forze dell’ordine. Perchè ne vorrei ribaltarne senso e soggetti. Il vantato “gioco” democratico nella nostra città si è rotto davanti ai cancelli dell’Ikea in questi giorni; Voi forze dell’ordine, a cui scrivo, avete caricato dei lavoratori che manifestavano, difendevano un diritto che i padri della nostra costituzione hanno scritto nella nostra Costituzione, la Costituzione italiana, non nelle regole della multinazionale svedese. Voi quando avete “bastonato” e caricato i lavoratori immigrati, avete caricato dei poveri e in nome di una multinazionale, estranea alla nostra costituzione. I padri costituenti volevano sottolineare che la Repubblica non era più fondata su privilegi del sangue né su titoli nobiliari, ma sul lavoro, la vera base di ogni democrazia. E allora perchè tanta violenza? Quasi come se il presente degenerante che avete rappresentato, fosse ispirato dalla soppravivenza di un passato remoto sconfitto dalla Resistenza. Perchè questa possibilità di rievocarlo contro quei corpi che difendevano il loro diritto, la loro dignità. Quegli uomini sono poi quelli che arrivano dai paesi poveri costretti ad essere delle ombre e, come le ombre senza diritti. Quale violazioni? e chi ha commesso la violazione?”la multinazionale paga gli appalti”, impone le sue regole, e come sono queste regole? sono regole democratiche? sono leggittime nel corpo della nostra democrazia o sono regole di un mercato che avvilisce le genti e avvilisce anche voi forze dell’ordine vi costringe ad essere le sentinelle di regole e della peggior intolleranza contro a dei lavoratori immigrati. Questo sottobosco di non regole, di democratizzazione consumistica ,Coop che aggregano appalti, dentro ad uno schema repressivo,lealisti del mercato, quello piu’ selvaggio, quello che mette oppressi contro oppressi.Noi viviamo, ci dicono in un periodo di democrazia. Contemporanemente vengono lesi, alcuni articoli della nostra costituzione,dai tutori di quel liberismo che retrocede le condizioni dei lavoratori ai piu’ neri secoli. Le lezioni che hanno impartite a voi…l’insegnamento che vi è stato dato sono terribili “salti generazionali” che la mia storia, la nostra storia non puo’ accettare. Non me ne vogliate, ma il mio essere democratico è inscindibile dalla Costituzione italiana.
“Molto male è venuto dalle fabbriche, e nelle fabbriche bisogna correggerlo. È difficile, forse non è impossibile. Bisognerebbe anzitutto che gli specialisti, gli ingegneri e gli altri fossero sufficientemente preoccupati non solo di costruire oggetti, ma di non distruggere uomini. Non di renderli docili, e neppure felici, ma solo di non costringere nessuno di loro ad avvilirsi”.
Simon Weil