S’è tenuto questa mattina presso la sede piacentina della Cgil un incontro sull’urgenza di una rinnovata campagna di contrattazione territoriale sociale, in cui è emerso che la crisi di questi anni ed in particolare la pesante recessione in atto dall’inizio del 2012, ha fatto crollare miti e certezze che mai nessuno avrebbe immaginato.
I recenti scandali sulla gestione dei fondi pubblici che hanno coinvolto il sistema politico del paese confermano con urgenza la necessità inderogabile di mettere mano alla riforma dei “costi della politica” pena la grave perdita di credibilità della politica stessa e delle istituzioni. Inoltre, il disastroso terremoto dello scorso maggio che ha colpito una vasta area della nostra regione, tra le più industrializzate del paese, pone tutti di fronte ad una realtà che necessità di risposte urgenti e straordinarie.
In tale contesto generale le segreterie regionali Spi Cgil – Fnp Cisl – Uilp Uil, ritengono proseguire il confronto avviato con la Regione sulle tematiche della programmazione sociale e di “rilettura” dell’impiego del Fondo regionale per la non autosufficienza per adeguare ai nuovi e diversi bisogni della popolazione anziana, una forma di sostegno poichè al momento non trova, da un lato, risposte a livello nazionale, e dall’altro, in ambito regionale, occorre rilanciare un sistema efficiente che comprenda modalità di equità e progressività anche nella compartecipazione: Isee e ticket.
In attesa di conoscere quali saranno gli obiettivi del nuovo Piano Sociale Sanitario regionale, lo strumento fino ad ora utilizzato del Par deve ritrovare una maggiore dinamicità. E’ indispensabile, visto il contesto della crisi economica del paese che sta condizionando pesantemente gli atti e le azioni degli Enti Locali, riuscire a dare continuità al Tavolo regionale del Par per proseguire l’azione intersettoriale e per le finalità per cui è stato costituito.
All’interno del Tavolo politico del Par è importante proseguire nel riconoscere a tutti i livelli (regionale e territoriale) il ruolo integrato fra tutte le politiche socio–sanitarie, trasporti e mobilità, urbanistica, dell’abitare, delle “sicurezze”, della cultura e dell’apprendere al fine di migliorare le condizioni della popolazione anziana in continuo aumento.
Per Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, la contrattazione territoriale sociale, a partire dai confronti sui bilanci preventivi e sulle scelte programmatiche degli enti locali, rappresenta pertanto un importante ed essenziale strumento per la tutela e la rappresentanza sociale dei pensionati e dei lavoratori della nostra regione. Nel contempo c’è l’esigenza, a fronte di una grave crisi economica e sociale del paese in continua evoluzione e davanti agli iniqui provvedimenti del governo, di ripensare l’iniziativa unitaria sul territorio con l’obiettivo di difendere da un lato il reddito da lavoro dipendente e da pensione, e dall’altro di migliorare la condizione di vita e sociale dei pensionati, dei lavoratori e dei soggetti più deboli.
Si tratta di generalizzare ovunque la contrattazione territoriale elaborando una rinnovata progettualità rivendicativa partendo dal positivo lavoro svolto fino ad ora nei territori e superando limiti che ancora permangono per quanto riguarda in particolare la capacità di mobilitazione e di iniziativa a sostegno della contrattazione territoriale sociale e nel confronto con le istituzioni locali. La contrattazione territoriale, pertanto, a partire dalla Regione e con l’insieme degli Enti Locali, può e deve contribuire ad una maggiore equità nella applicazione e nell’impiego dei tributi locali oltre a realizzare, attraverso una “riprogettazione sociale”, un sistema di diritti di cittadinanza universale contro percorsi che tendono, in un contesto di riduzione delle risorse pubbliche, ad instaurare misure di mera privatizzazione.
Per queste ragioni, è stato dichiarato, c’è il bisogno di più contrattazione territoriale sociale. Pensando ad una rinnovata progettualità rivendicativa non è possibile fare a meno di avere presente la difficile situazione in cui si trovano i tanti lavoratori e pensionati, le donne, i giovani, i bambini, gli immigrati dei territori colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio ai quali va assicurata presto e bene la ricostruzione delle loro case, dei loro paesi, garantendo sicurezza, rispetto della legalità e qualità degli interventi.
Si pone inoltre, dopo la fase emergenziale, attraverso l’iniziativa territoriale di sollecitare le istituzioni nazionali e locali, ripristinare adeguate condizioni di assistenza sociale socio sanitaria in favore dei numerosi anziani e delle persone non autosufficienti che hanno subito nel frattempo profondi stravolgimenti rispetto alle proprie e precedenti condizioni di vita e relazionali.