“Spacciatori” di banconote false a Rivergaro, arrestate due persone

Operazione dei carabinieri di Rivergaro che ad un posto di blocco hanno notato una vettura sospetta che si allontanava in tutta fretta con i conducenti che hanno dato l’impressione di voler nascondere qualcosa. I militari, fermata l’auto, vedono che il passeggero, una donna, getta dal finestrino il portafogli. Così i militari lo raccolgono e all’interno trovano nove banconote da 50 euro false. In auto poi sono stati rinvenuti alcuni scontrini: sono la testimonianza di acquisti di comodo utilizzati solo per “spacciare” i soldi falsi e intascare il resto valido. I due, lui di 34 anni e originario di Bologna e lei di 28 anni di Reggio Emilia, sono stati arrestati per spendita di banconote false. Ora si trovano agli arresti domiciliari.

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Il modus operandi

Sull’auto sono state rinvenute borse con merce di varia natura. Ad attrarre i carabinieri un aspetto in particolare: in ogni borsa era presente una pomata lenitiva e cerotti. Da lì i militari dell’arma sono risaliti alla tecnica da loro utilizzata. L’uomo entrava in farmacia e, dopo aver mostrato un livido sul braccio, chiedeva una pomata per assorbire l’ematoma. Pochi secondi dopo entrava la ragazza che, fingendo di non conoscere il complice, iniziava una chiacchierata mostrando un livido sulla caviglia e sostenendo di essere lì per acquistare dei cerotti. Contemporaneamente i due allungavano le rispettive banconote false da 50 euro, pagavano i rispettivi prodotti, in genere del costo di 5 – 6 euro l’uno, e uscivano. La pantomima messa in scena non era casuale: i commercianti sono soliti controllare l’autenticità delle banconote. Con questo siparietto i due riuscivano a creare confusione portando il farmacista vittima del raggiro a lasciar perdere momentaneamente il controllo e a non accorgersi della falsità del contante. Obiettivo ancora più raggiungibile se si considera che le banconote erano riprodotte perfettamente. Unico elemento a riprova della non autenticità lo stesso numero di matricola. I due prediligevano colpire le farmacie: la gente infatti si presenta spesso in farmacia con una banconota di grosso taglio dal momento che non sempre si conoscono i prezzi dei medicinali. In questo modo potevano acquistare una pomata che sapevano costare intorno ai 6 euro senza insospettire il titolare. In cambio ricevevano circa 40 euro ‘puliti’.

La piaga delle banconote false è un fenomeno che interessa in maniera massiccia la val Trebbia. Si pensi solo che in questa zona i carabinieri hanno effettuato sette arresti in sei mesi. Alcuni mesi fa finì nei guai un piacentino di 62 anni. Fermato per un normale controllo, i militari scoprirono che l’uomo aveva precedenti penali in materia. Controllarono così le banconote presenti nel suo portafogli scoprendo che era in possesso di mille euro in pezzi da 20, tutti contraffatti. Il pezzo da 20 è un altro accorgimento che i falsificatori adottano perché, a differenza della banconota da 50, non viene mai controllato dagli esercenti.