Si è aperto oggi, ed è stato subito rinviato, il processo nei confronti di Gianni Salerno accusato di appropriazione indebita aggravata per aver preso del denaro da un conto che aveva il nome dei sindacati metalmeccanici (Fiom, Fim e Uilm).
Davanti al giudice Elena Stoppini, l’accusa, con il pm Antonio Colonna, e la difesa, rappresentata dagli avvocati Alessandro Miglioli e Cosimo Pricolo, sono state fissate le date delle prossime udienze (la prossima è l’11 febbraio) e stabiliti i testimoni delle due parti: ben 49, infatti, le persone che dovranno deporre in aula.
Pricolo e Miglioli hanno sostenuto che quel denaro è stato sì prelevato, ma non apparteneva al sindacato. Il denaro depositato apparteneva a Salerno che avrebbe chiamato il conto corrente con un vecchio nome per farvi confluire le somme che gli derivavano da consulenze per la Lpr.
Salerno, secondo le indagini svolte dai carabinieri, è accusato dalla procura di aver preso 147mila euro. Nell’indagine, era stato indagato anche Paolo Botti, all’epoca sindacalista Cgil. La posizione di Botti è stata archiviata per la prescrizione del reato. Botti e Salerno, fin da subito, si erano detti all’oscuro di tutto, sostenendo di aver sempre operato con correttezza.
Il conto era stato attivo dal 1999 al 2002 e vi erano transitati circa 267mila euro.