Il lavoro prima di tutto, sabato manifestazione Cgil a Roma

I posti sui tre pullman in partenza domenica all’alba da Piacenza e diretti verso Roma per la grande manifestazione nazionale della Cgil sono in via di esaurimento. E per la Camera del Lavoro di Piacenza è tempo di bilanci attorno al percorso che ha portato il più grande sindacato italiano a proclamare una protesta di massa a Roma dietro lo slogan “Il Lavoro prima di tutto”, con l’obiettivo di riunificare le migliaia di vertenze e di stati di crisi in un unica piazza. “In piazza San Giovanni ci saranno anche i lavoratori piacentini colpiti dalla crisi” spiegano da via XXIV Maggio.

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“Innanzitutto con noi a Roma ci saranno operai delle aziende in crisi del Piacentino, segno questo che i lavoratori, seppur tra mille difficoltà, vogliono difendere la loro dignità, i loro diritti, il loro impiego e chiedono per questo maggiore attenzione a livello istituzionale – ha spiegato il segretario generale Cgil Piacenza, Paolo Lanna -. Ora la Cgil, dopo due anni di crisi che si sono sommati al biennio precedente di chiusure, cassa integrazione, licenziamenti, aumento della precarietà, torna in piazza ripartendo anche questa volta dal lavoro. Quello di sabato prossimo è un appuntamento importante organizzato dalla confederazione sindacale proprio con lo scopo di riunificare le centinaia di vertenze ancora senza soluzione e aprire un dialogo e un’azione comune tra tutti i soggetti che sono stati colpiti dalla crisi economica e che rischiano sempre più spesso di rimanere isolati, come si è potuto vedere drammaticamente dalle proteste sempre più estreme a cui i lavoratori sono stati obbligati per farsi sentire ed essere quantomeno considerati dai media. Per questo “il Lavoro prima di tutto”.

La CGIL torna in piazza San Giovanni per far parlare l’Italia della crisi, per far parlare il lavoro e parlare di lavoro da creare. Proprio per la particolare caratteristica dell’evento, la CGIL ha pensato di organizzare una manifestazione con un modulo diverso dal solito. Non ci sarà un corteo, ma la piazza sarà aperta per quasi tutta la giornata, dalle 10,30 alle 17,30. Infatti, in piazza San Giovanni, oltre al tradizionale palco delle manifestazioni, ci saranno anche 30 stand che comporranno il “villaggio del lavoro”. Ventuno stand regionali dove saranno rappresentate ed evidenziate le aziende in crisi dei diversi territori. Altri 12 stand delle federazioni di categoria che illustreranno le diverse crisi dei settori di riferimento. Un viaggio dentro la crisi che per la prima volta verrà rappresentata – anche visivamente – in una stessa piazza fisica e virtuale.

 

Sul palco si alterneranno delegati, attori, lavoratori e lavoratrici, giovani e musicisti. Molti gli interventi di gruppi musicali: P-funking band, Noarrembì, Casa del vento, Peppe Voltarelli, Tosca, Enzo Avitabile & Bottari, Eugenio Finardi. Presentatore della manifestazione sarà Rolando Ravello. Il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso interverrà sul palco intorno alle ore 16.00.

 

Le proposte della CGIL

Quella di sabato 20 ottobre non sarà dunque solo una manifestazione di protesta.

Il sindacato di Corso Italia vuole piuttosto riportare all’attenzione del Paese e della politica le priorità su cui è necessario intervenire per cambiare da subito l’agenda Monti e comunque mettere le basi per una nuova politica industriale ed economica.

 

1) Una politica industriale volta ad assicurare un futuro di innovazione all’industria e ai servizi assicurando gli investimenti necessari

2) La detassazione della tredicesima mensilità per sostenere i consumi delle famiglie

3) Proroga di almeno un anno dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali

4) Rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e particolare attenzione in tema di ammortizzatori ai precari

5) Soluzione strutturale per tutti i lavoratori esodati e un uguale sistema di pensionamento per lavoratori pubblici e privati in esubero

6) Intervento straordinario per favorire l’occupazione giovanile e femminile

7) Allentamento del Patto di stabilità per consentire ai Comuni di dare corso alle opere infrastrutturali finanziabili