Cavalli (Lega Nord): contrarietà al permesso di soggiorno per i profughi

A seguito della guerra civile libica, migliaia di profughi nordafricani sono salpati alla volta delle coste italiane. Molti nordafricani, anche di nazionalità diversa da quella libica e del tutto estranei al conflitto, ne avrebbero “approfittato” per presentare, una volta giunti in Italia, domanda per il riconoscimento dello status di rifugiato politico.

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Parte da questa valutazione l’interrogazione alla Giunta presentata da Stefano Cavalli, del gruppo Lega Nord Padania. Il consigliere chiede alla Giunta quanti cittadini stranieri sono stati ospitati nelle strutture allestite nei comuni emiliani e romagnoli, a quanti è stato finora riconosciuto lo status di rifugiato politico, a quanti è stato rifiutato, e quanti sono ancora in attesa di conoscere l’esito della richiesta o del ricorso.

Cavalli chiede alla Giunta per quali ragioni l’assessore Marzocchi ritenga che il rilascio del permesso di soggiorno per ragioni umanitarie sia la scelta più indicata. A suo parere, in virtù delle regolarizzazioni in corso, alle quali i profughi del conflitto libico non potranno accedere, le loro già scarse probabilità di trovare occupazione si riducono fortemente; e il riconoscimento di un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie a chi oggi è ancora ospitato all’interno delle strutture messe a disposizione dai Comuni potrebbe portare ad una “raffica” di ricorsi da parte dei profughi (o presunti tali) che, invece, hanno già fatto rientro nei paesi d’origine.

Cavalli chiede, perciò, a quanti dei cittadini stranieri ospitati nelle strutture allestite nei comuni emiliani e romagnoli è stato assegnato (in fase di rinnovo) un permesso di soggiorno che consentisse loro di essere regolarmente occupati e quanti, tra essi, hanno trovato effettiva occupazione; viene poi chiesta una stima “circa l’impatto in termini di spesa sociale derivante dalla permanenza di questi cittadini sul suolo nazionale”.