Disordini questa mattina all’ostello Tre Corone di Calendasco, dove alloggiano 21 profughi, prevalentemente del Ghana e dello Zambia. Il trambusto è iniziato quando il gestore Sergio Zaniboni dell’ostello ha comunicato per iscritto ai profughi che il 31 dicembre terminerà lo stato di emergenza e con essa i soldi stanziati dal Governo all’interno del decreto spending review. Per gli stranieri, dunque, la prospettiva del rimpatrio Una comunicazione, fatta per iscritto e in lingua inglese, che ha mandato letteralmente su tutte le furie gli afrcani. All’inizio sono volati insulti all’indirizzo di Zaniboni e della moglie, ma la rabbia si è poi scatenata contro le sedie e i tavolini collocati nel cortile dell’ostello. Uno è stato addirittura rotto. Ma non è tutto. Dopo l’intervento dei carabinieri e di un agente della Polizia Municipale di Calendasco, i profughi hanno chiuso nel cortile gestori e forze dell’ordine. Solo dopo oltre un’ora di trattative è stata riportata la calma. “E’ la prima volta, da quando i profughi alloggiano a Calendasco (da oltre un anno e mezzo) che accade qualcosa di simile” ha spiegato Zaniboni. Il quale ha presentato denuncia nei confronti di quattro stranieri, considerati i più facinorosi. Tra le accuse mosse agli stranieri, oltre alle minacce e ai danneggiamenti, anche il sequestro di persona e le minacce. Pare che nei giorni scorsi alla bacheca dell’ostello sia stato affisso un biglietto anonimo di minacce all’incolumità di Zaniboni e della moglie. “E’ una situazione insostenibile – ha spiegato Zaniboni – siamo stati lasciati da soli”. Immediato l’intervento dell’assessore ai Servizi sociali della Provincia Pierpaolo Gallini, il quale ha promesso che il tema e le relative soluzioni verranno affrontate nel corso della conferenza socio-sanitaria convocata per domani. Dal canto loro gli stranieri non vogliono essere abbandonati a se stessi, chiedono di avere la documentazione per poter lavorare. Non solo, lamentano condizioni di vita difficile e l’ostilità della comunità di Calendasco. In realtà risulta che da quando alloggiano all’ostello alcuni di loro si sarebbero resi protagonisti di furti di biciclette, ma anche di comportamenti non leciti. Come quello di arraffare rifiuti dai cassonetti per poi spendirli ai famigliari in Ghana.