Appuntamento a cura di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo al Festival del Diritto in programma in questi giorni a Piacenza. L’incontro, sul tema “Esperienze di ripristino del diritto al cibo e all’acqua in Africa”, si terrà venerdì 28 settembre, alle ore 12, presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Alla tavola rotonda intervengono Giuseppe Bertoni (ordinario di Zootecnica all’Università Cattolica del Sacro Cuore), Carlo Ruspantini (direttore di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo) e Vincenzo Tabaglio (professore associato di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Università Cattolica del Sacro Cuore). L’incontro si propone di illustrare le varie sfaccettature della sicurezza alimentare, intesa in particolare come disponibilità e salubrità di cibo e acqua nei Paesi in via di sviluppo, come diritti fondamentali dell’umanità e come elemento di solidarietà e riduzione dei conflitti.
Nel corso dell’incontro verrà presentato in particolare il caso della regione ugandese del Karamoja, la più arida del Paese e una delle più povere dell’intera Africa. In quest’area a nord-est dell’Uganda opera infatti da 40 anni con progetti di promozione allo sviluppo la Ong piacentina, fondata da don Vittorio Pastori e mons. Enrico Manfredini.
“Il Karamoja – spiega Carlo Ruspantini – è tra le aree a più basso Indice di Sviluppo Umano al mondo. Si stima che l’82% della popolazione viva al di sotto della soglia di povertà. La malnutrizione è fra le principali cause di morte. Le precipitazioni irregolari e i lunghi periodi di siccità danno luogo a produzioni agricole carenti, limitano le fonti di approvvigionamento idrico disponibili per le mandrie, diminuiscono la disponibilità locale di cibo e aumentano i livelli generali di malnutrizione. Il limitato accesso a fonti idriche sicure e la scarsa attuazione di pratiche igienico sanitarie di base determinano l’alta prevalenza di malattie idro-trasmissibili, soprattutto nei bambini. Nella regione solo il 24% delle fonti potabili è situato nel raggio di 1-2 chilometri dalle abitazioni, mentre nel resto del Paese la percentuale si attesta attorno al 63%”.
“Garantire l’accesso ad acqua potabile e condurre percorsi di formazione igienico-sanitaria appropriati nelle comunità – continua Ruspantini – significa contribuire a ridurre il tasso di mortalità, soprattutto quello infantile, accrescere le possibilità economiche e la sicurezza alimentare della regione, e migliorare la condizione delle donne, il livello di istruzione e le capacità autoctone di sviluppo. In Karamoja l’acqua non solo è una preziosa fonte di vita, ma anche il carburante del progresso. In 40 anni di attività Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo ha trivellato più di 900 pozzi per l’acqua potabile. Inoltre più di 900 meccanici di pompa sono stati formati per garantire la manutenzione costante di queste fonti idriche e garantirne la sostenibilità nel lungo periodo. In una prospettiva di sviluppo, infatti, fondamentali sono la sensibilizzazione e il coinvolgimento della popolazione locale sulla corretta gestione e utilizzo delle risorse”.