Di seguito il comunicato, inviato alla redazione, dal direttore del Cpp, nel quale denuncia come, all’interno del programma del Festival del diritto, il suo centro sia stato escluso o, comunque marginalizzato. Questo nonostante da anni la struttura, in città, tratti proprio il tema dei conflitti (tema della manifestazione), con ottimi risultati.
DI SEGUITO IL COMUNICATO DI DANIELE NOVARA
È piuttosto imbarazzante per il CPP (Centro Psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti) partecipare quest’anno al Festival del Diritto su Solidarietà e Conflitti con una propria iniziativa.
Ci sentiamo ospiti in casa nostra. Una brutta sensazione anche per la città di Piacenza.
Venuti a conoscenza dell’argomento di quest’anno, da aprile abbiamo tentato in vari modi di offrire la nostra disponibilità come Istituto nazionale con sede a Piacenza dal 1989, specializzato proprio su questa tematica. Addirittura siamo arrivati a offrire un prodotto culturale già predisposto a costo zero. La risposta è sempre stata una soltanto: “non potete entrare nel programma dei relatori ufficiali, dovete stare in quello locale”. Un vero e proprio muro senza neanche la possibilità di mandare un mail al direttore scientifico Stefano Rodotà (si veda allegato).
Non era nostra intenzione tirare per la giacca nessuno.
Come Istituto specializzato, ampliamente riconosciuto in questo ambito, in realtà il nostro era un intento più che costruttivo di dare un contributo avanzato al festival.
Scorrendo pertanto il programma ufficiale non ci resta che segnalare quanto segue:
1. appare perlomeno eccentrico che un festival che si tiene a Piacenza non senta in alcun modo la necessità di considerare le istituzioni scientifiche locali come partner nella progettazione del festival stesso. In nessun festival importante italiano avviene una cosa del genere.
si tratta dell’atavica sindrome piacentina all’autolesionismo?
2. il programma ufficiale presenta cadute di contenuto a dir poco imbarazzanti, in particolare quando ripropone l’arcaica confusione semantica, sociale e politica fra guerra e conflitto. E comunque quando tende, neanche troppo larvatamente a contrapporre solidarietà e conflitti.
3. appare infine veramente originale che un festival del diritto sul tema dei conflitti non tratti minimamente dell’introduzione anche in Italia della legge sulla mediazione obbligatoria nei conflitti attinenti i contenziosi civili. (LEGGE 69/2009 – D.L. 28/10 – D.M. 180/10)
Comunque la si pensi, e a quanto pare gli ideatori del festival sono contrari, la legge segna un passaggio storico inequivocabile dal punto di vista giuridico della gestione delle controversie legali. Milioni di cittadini sono coinvolti in questa nuova procedura.
Per le prossime edizioni, occorre che la programmazione tenga conto delle risorse culturali di cui la città dispone creando un Comitato Scientifico che comprenda esponenti del mondo culturale piacentino.
Non basta attivare unicamente una generica consultazione con la facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza.
L’organizzazione del Festival del Diritto con due binari di programma, uno territoriale e uno nazionale, risulta semplicemente inadatta e offre alla città una limitata occasione di crescita.
Daniele Novara, Direttore a nome del CPP