Referendum Provincia, la stima di via Garibaldi: costerà 500 mila euro

La discussione sull’accorpamento della Provincia di Piacenza, tra progetti arenati e smentite sempre dietro l’angolo, pare ormai essersi incardinata sulla proposta che, lunedì 24 settembre, il presidente Massimo Trespidi porterà in Consiglio provinciale. “Sarà referendum” è stato annunciato dal numero uno di via Garibaldi e qui si aprono due nuove questioni, anticipate nei giorni scorsi dal sindaco, Paolo Dosi: costi e tempi.

Radio Sound

E centrodestra e centrosinistra sono divisi proprio su questi punti. Da una parte lo schieramento Pdl – Lega Nord spinge a spron battuto per questa strada, ritenuta ormai l’unica in grado di poter mantenere a Piacenza le proprie competenze ed eccellenze territoriali. Dall’altro, Pd e forze di sinistra sembrano invece sempre più convinte che si tratti di una spesa inutile, in un più ampio progetto di riorganizzazione inevitabile con Parma, Reggio Emilia e Modena.

In questo panorama di divisioni, stando a indiscrezioni, sembra però che per quanto riguarda i costi un primo conteggio sia stato realizzato. Si tratta di 500mila euro, cioè più o meno la stessa cifra che venne spesa nel 2009 per le elezioni provinciali che portarono alla presidenza lo stesso presidente Trespidi.

Il calcolo, per ora ancora ufficioso, pare sia stato realizzato dagli uffici di via Garibaldi. Cifra che, comunque, potrebbe subire un ridimensionamento, seppur non consistente se, come da programmi, la consultazione popolare dovesse essere accorpata con le prossime elezioni politiche.

Il presidente Trespidi, intervenuto ai microfoni di Radio Sound, ha poi confermato chi sarà a pagare l’intero costo del referendum: “E’ chiesto dalla Provincia, quindi sarà completamente a nostro carico”.

Per quanto riguarda i tempi, dopo il Consiglio provinciale di lunedì, la deliberà verrà inviata alla Corte di Cassazione, che avrà tre mesi di tempo per dichiarare ammissibile o meno il referendum.

L’iter andrà comunque al di  là dei novanta giorni visto che, una volta che la Cassazione avrà dichiarato ammissibile la consultazione, sarà il ministero dell’Interno ad individuare la data per la celebrazione del referendum.