Inceneritore di Parma, Dosi: “Non disposti a pagare per scelte altrui”

“Non siamo disposti a pagare per scelte di altre amministrazioni”. Così il sindaco Paolo Dosi, in mattinata, ha commentato le notizie uscite oggi sul giornale sul tema dell’inceneritore di Parma. Bloccato, prima dalla volontà della nuova amministrazione guidata da Federico Pizzarotti (Movimento 5 Stelle) e successivamente dalla magistratura, ora lo stop potrebbe ricadere sui cittadini piacentini.

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Sia in termini di denaro, che andrebbe come indennizzo a Iren, gestore dell’impianto, che dal punto di vista dello smaltimento dei rifiuti parmigiani, che rischiano di essere convogliati nell’inceneritore di Piacenza. Ferma la presa di posizione di Dosi in entrambi i casi: “E’ stata fatta confusione, unite due notizie indipendenti tra loro. Un dibattito pubblico a Reggio Emilia, dove si è ribadito che l’inceneritore di Parma è un problema loro. Non di Piacenza o Reggio Emilia, non disponibili a pagare danni da azioni legali né a sopperire a carenze eventuali che la non realizzazione potrebbe portare”. E ha poi aggiunto, rintuzzando la Provincia sul Piano regionale dei rifiuti: “Non ne sono a conoscenza, perché è competente via Garibaldi. Non lo conosco e non sono stato interpellato in merito”.

 

IL COMUNICATO UFFICIALE DI DOSI

 

Stando a quanto riferito stamani su “Libertà” secondo cui il sindaco Paolo Dosi a proposito dell’eventualità di accogliere i rifiuti di Parma, avrebbe in un primo momento aperto a questa possibilità e in una seconda fase invece avrebbe fatto marcia indietro, esprimendo la propria contrarietà, il primo cittadino desidera precisare quanto segue.
“Il Comune di Piacenza – dice – non è disponibile a intervenire per porre rimedio a una situazione creata dall’Amministrazione Comunale di Parma, alla quale spetta il compito di risolvere il problema-rifiuti. Le Amministrazioni Comunali, quando s’insediano, sono responsabili anche di ciò che è stato fatto da quelle precedenti e ogni territorio deve essere autonomo nella gestione dello smaltimento. Se si decide di dismettere un impianto quasi ultimato, occorre prevedere anche le modalità per sostenere gli oneri conseguenti, senza coinvolgere gli altri soci pubblici dell’azienda”.

Sul termovalorizzatore di Piacenza, il sindaco precisa poi che con l’incremento delle raccolte differenziate, che hanno portato ad una riduzione del rifiuto residuo da smaltire, nel 2010 la provincia di Piacenza ha sostanzialmente raggiunto la totale autonomia nello smaltimento: “Da allora – precisa il sindaco – il termovalorizzatore di Borgoforte viene completamente saturato per le 120mila tonnellate autorizzate con rifiuti urbani e assimilabili prodotti nella provincia di Piacenza, e data la saturazione dell’impianto e la limitazione autorizzativa allo smaltimento dei rifiuti prodotti in ambito provinciale, il termovalorizzatore non può accogliere rifiuti urbani provenienti da Parma o da altre province”.
Conclude Dosi: “Considerate le caratteristiche tecnologiche dell’impianto ed il potere calorifico dei rifiuti avviati a smaltimento, il termovalorizzatore di Piacenza potrebbe teoricamente arrivare a trattare 136mila tonnellate di rifiuti all’anno, con produzione di energia elettrica e calore potenzialmente utile ad espandere la rete cittadina del teleriscaldamento. E’ questo il motivo per cui ho parlato di utilizzo non a pieno regime dell’impianto, senza mai fare riferimento alla possibilità che i rifiuti di Parma possano venire da noi così come invece appare nel titolo in prima pagina di Libertà”.