Ieri è stato il premier Mario Monti a demolire sogni e speranze di un salvataggio in extremis: “Su questo punto non si torna indietro. Entro il 23 ottobre i Cal devono presentare le loro proposte di riordino, le Regioni poi le trasmettono al Governo. Se non lo fanno, procede l’esecutivo. Il percorso è segnato e si andrà avanti fino in mondo”. Oggi è stato il quotidiano economico Italia Oggi, con un articolo a firma di Cesare Maffi, a definire “inutile e dannosa” la strada perseguita da alcune amministrazioni provinciali della deroga ai criteri stabiliti dal Governo. Guarda caso la stessa strada che stanno seguendo alcune province lombarde e, sulla scia, anche quella piacentina. Nel suo articolo, intitolato “Le Province alla canna del gas”, Maffi appare alquanto critico con il percorso seguito da alcuni enti di derogare ai principi governativi, “che sarebbe in buona sostanza una violazione”: “Non si capisce a che mirino in concreto i propugnatori di tali deroghe. Se, putacaso, una sola Provincia in tutte e quindici le regioni interessate dal riordino chiedesse la deroga, e tutte le altre si adattassero ad accorpamenti, risistemazioni, conglobamenti, potrebbe anche darsi che il Governo, nel momento di emanare l’atto legislativo per il riordino attuasse una deroga. Se invece fossero decine le Province destinate alla scomparsa che chiedessero, in nome di nobili fini, la deroga per sopravvivere, è evidente che non si tratterebbe più di derogare, bensì di cancellare i criteri di riordino e, in buona sostanza, di annullare il riordino stesso”. Il giornalista riconosce “che fin qui la ristrutturazione dell’ente provinciale sia stata compiuta con approssimazione”, ma che “per rimanere in vita alcune Province pensino di affidarsi a una deroga è veramente incongruo, fondamentalmente inutile e dunque dannoso alla causa che si propongono”.