Sviluppi nell’inchiesta sul tentato omicidio avvenuto a Nibbiano il 28 luglio. I difensori del 44enne romeno in carcere hanno presentato un ricorso al tribunale della libertà, chiedendo la scarcerazione del loro assistito e la derubricazione del reato a lesioni perché il giovane che sarebbe stato colpito da una coltellata al collo non avrebbe alcuna ferita. Inoltre, per l’uomo hanno invocato la legittima difesa. Intanto, mentre il pubblico ministero, Ornella Chicca, ha disposto una perizia medico legale sulla ferita al collo che sarebbe stata riportata dal figlio 21enne della convivente del romeno, le persone presenti dopo la lite avrebbero cambiato la versione dei fatti. L’uomo si trova in carcere, accusato di tentato omicidio, resistenza e minacce.
Gli avvocati Mauro Pontini e Vittorio Antonini non credono ci sia mai stata alcuna coltellata, anche perché la convivente del romeno e sua madre (la “suocera”) hanno di recente integrato il verbale, dando un’altra versione dei fatti.
I carabinieri di Pianello erano intervenuti disarmando l’uomo che, ubriaco, dopo la lite, si era rifugiato in camera da letto con quattro coltelli. Un tentativo di difesa, a suo dire, per difendere dalla furia del ragazzo che in passato lo aveva picchiato sempre al culmine di una lite con la madre. I militari si erano fatti dare una chiave ed erano entrati togliendo il coltello dalle mani del romeno e arrestandolo. Anche in questo caso, la versione sarebbe stata modificata dalle donne, perché a chiuderlo dentro sarebbero state loro. Le donne avevano poi atteso in strada l’arrivo del ragazzo e dei carabinieri, ai quali avrebbero telefonato.