Cortemaggiore si ferma per l’ultimo saluto ad Andrea

Una chiesa enorme quella di Cortemaggiore. Una chiesa però che questo pomeriggio sembrava allo stesso tempo davvero piccola, insufficiente a contenere tutte le persone intervenute per l’ultimo saluto ad Andrea Lodi Rizzini, il 17enne di San Pietro in Cerro morto sabato scorso nei pressi di Polignano di Caorso dopo che il suo scooter era stato travolto da un’autocisterna.

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Il clima ai funerali non è mai leggero, è ovvio, ma guardando negli occhi le persone ferme sul sagrato della chiesa in attesa che la cerimonia iniziasse si intuiva come il dolore non fosse solo causato dalla perdita di una persona cara, ma dalla perdita di una persona che davvero aveva imparato a rendersi indispensabile: per gli amici, per genitori, per i suoi educatori della parrocchia e per i suoi insegnanti. Qualcuno, molti a dire il vero, preferiscono non entrare, altri stringono una grande foto con il volto sorridente di Andrea. Fuori gli amici stendono uno striscione su cui campeggia il verso di una canzone di Vasco Rossi: “Quando ormai si vola non si può cadere più”.

A presiedere la cerimonia è don Luigi Ghidoni. Il parroco, che Andrea lo conosceva benissimo, non tenta di incoraggiare i presenti, non cerca di lenire il dolore con parole di conforto o di sostegno spirituale, sa che non servirebbe. Don Ghidoni sceglie la strada più difficile, ricordare Andrea attraverso aneddoti ed esperienze vissute insieme. E sono tante. Sì perché la fede di Andrea era forte, frequentava l’oratorio, la parrocchia e leggeva durante le messe domenicali. Le parole e i ricordi feriscono, il pianto dei presenti aumenta, una ragazza esce dai banchi e si stringe forte ad un’amica, faticando ad alzarsi durante i momenti di preghiera.

Un amico di Andrea legge una lettera che il vescovo di Piacenza monsignor Gianni Ambrosio ha indirizzato alla famiglia: “Con la morte la vita non termina, semplicemente si trasforma e la dimora terrena viene sostituita dalla dimora nel cielo”.

Il clima ai funerali non è mai leggero, si diceva, ma ci sono persone che, quando se ne vanno, lasciano vuoti particolarmente profondi e incolmabili. Andrea, a quanto sembra, era proprio una di queste persone.