Il tacchino di Parma e Piacenza avrà un proprio registro in cui saranno inseriti via via i capi riconosciuti come appartenenti a questa razza garantendo così una tracciabilità che attesta l’origine dei capi.
La buona notizia è arrivata nei giorni scorsi con una delibera della Regione, un atto formale che avvia la registrazione del Tacchino di Parma e Piacenza all’interno dell’albo per la tutela delle razze e delle varietà del patrimonio agrario dell’Emilia Romagna.
L’istituzione del Registro, affidato all’Associazione Provinciale Allevatori (Apa) di Parma, comporta diversi vantaggi sia per i consumatori che per gli allevatori. Già oggi ogni animale appartenente alla razza è identificato dalla nascita con un numero, ma da ora in poi ci saranno valutazioni accurate nella scelta dei riproduttori che permetteranno di dare origine a una prole che presenta migliori caratteri standard. Oltre a ciò si apre la possibilità di inserire questa razza tra quelle che potranno beneficiare, all’interno del prossimo Piano di Sviluppo Rurale, di finanziamenti per le aziende che si impegneranno in azioni di tutela e allevamento.
“E’ un riconoscimento che ci dà grande soddisfazione e che apre nuovi percorsi di sviluppo – dice il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari – Abbiamo lavorato con serietà in questi anni, insieme a tutti i soggetti coinvolti, perché il tacchino di Parma e Piacenza entrasse a pieno titolo fra le razze autoctone regionali. Con l’istituzione del registro, questo lavoro ha uno sbocco più certo: questa razza autoctona sarà protetta dall’estinzione, l’allevatore potrà investirci e i consumatori avranno garantita la qualità ”.
Introdotta probabilmente nel periodo della dominazione borbonica con importazioni provenienti dalla Spagna, la razza del Tacchino di Parma e Piacenza è riconoscibile in base a caratteristiche morfologiche specifiche, una sorta di identikit che permette di individuare i capi che vi appartengono e che li differenziano da altri tipi di tacchini.
La Provincia di Parma ha intrapreso attività di studio e recupero del tacchino di Parma e Piacenza a partire dal 2003 (progetto europeo Spinner) con l’obiettivo di garantire il mantenimento della razza in purezza e l’aumento della popolazione. Questo compito è stato svolto principalmente dalla facoltà di Veterinaria dell’ Università di Parma, affiancata dall’Azienda agraria sperimentale Stuard e da Alessio Zanon, veterinario a cui va il merito di aver riscoperto la razza, e Giuliano Serafini. L’Associazione Provinciale Allevatori di Parma ha provveduto a formare alcuni tecnici esperti di razza, attraverso un corso anche questo autorizzato dalla Regione e finanziato dalla Provincia.
Oltre a coordinare il lavoro di individuazione dei capi, la scelta dei riproduttori e l’ottenimento di tacchinotti da distribuire agli Agricoltori Custodi, la Provincia da quest’anno ha attivato attraverso la Stuard il piano di riproduzione del Tacchino di Parma e Piacenza, arrivando a 180 capi, dei quali una consistente parte è già stata distribuita.
Gli allevatori che ne hanno fatto richiesta sono 17 e nuovi rispetto alle richieste dell’anno passato cosa che, questo fa ipotizzare che quelli dell’anno scorso siano stati in grado di moltiplicare i propri nuclei autonomamente con la cova naturale, le tacchine infatti sono delle bravissime covatrici!