Protesta degli shorts: a Cortemaggiore scendono in piazza contro il parroco

“Non credere nel prete non vuol dire non credere in Dio” oppure “L’abito non fa il monaco”. E’ con questi slogan che sono scesi in piazza alcuni giovani di Cortemaggiore, per lo più ragazze, contro i provvedimenti di don Luigi Ghidoni, parroco del paese, contrario all’uso degli shorts (i pantaloncini corti) all’oratorio.  

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Una manifestazione annunciata, che ha fatto il giro d’Italia sui media nazionali, e che ha richiamato nel borgo magiostrino quasi tutti gli abitanti.

Pochi i manifestanti, una ventina o poco più i quali, nonostante come la si pensi, hanno avuto il merito di aprire un dibattito al quale nessuno a Cortemaggiore e ormai in tutta la provincia piacentina, si è potuto sottrarre anche a causa dell’esposizione mediatica.

“Vogliamo aprire un confronto ma il parroco non ce lo permette” hanno ripetuto a più riprese i manifestanti, quasi tutti minorenni, supportati solo dal genitore di una delle ragazze escluse nei giorni scorsi dall’oratorio.

E’ da qui che nasce la protesta, anche se non si tratta dell’unico motivo. Gli shorts, portati dalle adolescenti del paese al “don Bosco”, sembrano essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Se è vero che gli slogan sono stati incentrati sulla “libertà di costumi” delle giovani piacentine è vero anche che, sentendo gli altri ragazzi accorsi numerosi come curiosi, i problemi sembrano ben altri. “C’è mancanza di dialogo. E’ un prete che è stato in grado di mettere a posto le chiese del paese ma non di farci partecipare alle iniziative della parrocchia” sostenevano, e “non si è mai voluto confrontare con noi. Ci ha sempre imposto delle regole, senza spiegarle o discuterne e al nostro rifiuto ci ha espulso”.

Don Luigi Ghidoni, dal canto suo, non si è visto durante la manifestazione, impegnato ad una messa in una delle chiese di Cortemaggiore. Il corteo, invece, contornato da centinaia di magiostrini, per lo più anziani, contrari alla manifestazione si è articolato intorno alla piazza, snodandosi verso gli appartamenti del parroco, dietro la Collegiata per arrivare davanti all’oratorio. Meta dei dissapori tra il prelato ed i giovani. Qui si è sciolta la protesta, anche se, a vedere quanto erano agguerrite le giovani scese in piazza, sembra che la questione non sia finita con questa iniziativa dimostrativa.