“Cresta” sulle rimozioni d’auto, si alleggerisce la posizione degli imputati

Colpo di scena nel processo che vede imputati un ausiliario del traffico e due autisti del carro attrezzi per le rimozioni delle auto in sosta vietata: per due di loro l’accusa di abuso d’ufficio si è tramutata in peculato. La decisione è stata presa oggi dal giudice per l’udienza preliminare Gianandrea Bussi, su richiesta del pubblico ministero Ornella Chicca. L’accusa ha cambiato l’imputazione dopo aver sentito un paio di testimoni, nel processo che si sta svolgendo con il rito abbreviato.

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Tre gli imputati nel processo, ora accusati di falso e peculato (un reato che prevede da 3 a 10 anni di reclusione): due piacentini e un macedone. Uno è un ausiliario del traffico, gli altri due autisti. Per un autista è stato chiesto il proscioglimento.

La vicenda, fatta emergere da un’indagine della polizia municipale, riguardava alcune anomalie riscontrate nella gestione delle multe per divieto di sosta e delle rimozioni. Tra il novembre 2008 e il gennaio 2009, secondo le accuse, i due avrebbero annullato alcune multe, chiedendo però il pagamento della chiamata del carro attrezzi e dell’aggancio del veicolo. I soldi, secondo la procura, venivano però intascati dai due, invece di essere versati ad Apcoa (estranea all’indagine) che li avrebbe poi dati al Comune, cioè un ente pubblico. Il processo è stato rinviato in settembre.