“Ha detto che si sparava se fosse stato lui l’assassino. Si spari davvero”

“Diceva che si sarebbe sparato se fosse vero che proprio lui è l’assassino di sua moglie, della mamma di suo figlio. Ecco, vorrei trovarmelo davanti e dirgli di spararsi, e vedere se ha davvero il coraggio di farlo”.

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E’ ancora straziante il dolore di Kalwinder Kaur, sorella di Balwinder, la 27enne indiana uccisa da Kulbir Singh, suo marito e padre di un bimbo che oggi, a cinque anni,  ha di fatto perso tutti e due i genitori: la mamma è morta e il papà è in prigione. Un dolore straziante – spiega il capitano dei carabinieri Rocco Papaleo, comandante del Nucleo investigativo che si è occupato della indagini – al quale oggi si somma anche il peso dei lunghissimi giorni di attesa durante i quali, proprio per il silenzio dell’uomo oggi sotto accusa, erano state accreditate voci infamanti su una presunta fuga della povera donna che invece era già stata uccisa.

E mentre proseguono le indagini coordinate dalla procura di Piacenza, del caso di Balwinder, la giovane mamma uccisa dal marito che a quanto pare non sopportava le sue abitudini sempre più “occidentali”, ne parlano tutti i giornali e i siti di informazione indiani. Ma non solo; la sorella della vittima – incontrata oggi dai carabinieri che stanno raccogliendo i vari elementi d’indagine da sottoporre ai magistrati – ha confermato che la solidarietà è stata tanta anche qui in Italia, e da molte parti. Ed è una cosa che fa piacere, anche se il dolore resta. E l’ha raccontato ai giornalisti, con la dignità e la pacatezza che l’hanno sempre contraddistinta in queste settimane di sofferenza.

 

“Quando si perde una sorella, si sta male, è ovvio – dice – Ma se devo essere sincera non riesco nemmeno a odiare il suo assassino. Ho tanto dolore dentro di me che non provo niente per lui, solo indifferenza”.

E prosegue: “Credo molto nella giustizia italiana, comunque; quell’uomo deve pagare per quello che ha fatto perché mia sorella non si meritava una fine del genere. Deve stare tutta la vita in galera, non deve mai uscire e tutti i giorni deve pensare a quello che ha fatto ma soprattutto non deve più avere la possibilità di fare del male, magari a un’altra donna, a un’altra mamma”.

E quando le chiediamo se oggi, a mente fredda, ritiene che un fatto del genere potesser essere previsto all’interno di quella famiglia, Kalwinder risponde categorica: “Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Mai e poi mai. Litigare è normale ma una cosa del genere mai. E pensare che lui stesso, prima di essere arrestato, piangeva disperato e diceva che non avrebbe mai potuto fare una cosa così, lo giurava su suo figlio; anzi, diceva che se fosse stato lui stesso a commettere un delitto del genere si sarebbe sparato. Ecco, oggi vorrei trovarmelo davanti e vedere se ha il coraggio di spararsi davvero”.