Dopo la riuscita parentesi rappresentata lo scorso anno dalla personale di Frank Lisciandro Jim
Morrison – Diario Fotografico, anche per la nuova edizione di Dal Mississippi al Po verrà allestita
una mostra nello spazio espositivo di Palazzo Farnese.
Inclusa nei “Fuori Programma” del festival letterario e musicale organizzato da Fedro, l’esposizione
intitolata Tra la Via Emilia e il West raccoglie scatti del fotografo reggiano Paolo Simonazzi.
Attraverso una serie di fotografie realizzate nell’arco di un decennio, Tra la via Emilia e il West
illustra la pacifica penetrazione dell’iconografia americana nel paesaggio culturale ed architettonico
dell’Emilia, da Piacenza alla Riviera Adriatica. Simonazzi documenta una stranezza socio-politica:
l’assorbimento, da parte di una regione tradizionalmente comunista, di valori e miti del West
americano. Molte delle immagini esposte comunicano un’atmosfera granulosa, aspra, consumata
non affatto dissimile, almeno in apparenza e nello spirito, da quella che s’incontra sulla Route 66.
Stazioni di servizio, posti di ristoro sulla strada con insegne al neon, motociclette americane e sagre
paesane diventano qui protagonisti.
Accompagnato dalla musica di Bruce Springsteen e di Elvis Presley, e dal rombare inconfondibile
della Harley, il mito del West si è cristallizzato ovunque nel mondo assurgendo a leggenda. Le
inquadrature, così tagliate, sono così “americane” che sembrano direttamente importate
dall’America. E’ un taglio silenzioso, casuale, e la prima impressione è quella di un’assimilazione
totale. Ma se aguzziamo la vista, scopriamo che il paesaggio e i dettagli di queste fotografie situano
l’osservatore in un territorio diverso, distante da quello statunitense. L’immagine simbolo della
mostra, in cui compare una grande insegna a neon che potrebbe star fuori da un qualunque Motel
degli Stati Uniti, e che porta invece la scritta ben poco americana “Tigelle e Cescentine”, è
piuttosto emblematica in tal senso.
Fatto sta che tra la Bassa padana ed il West vi è una marcata assonanza geografica, una similarità
topografica che viene volutamente stuzzicata da Simonazzi. Giocose, ma anche ironiche e
nostalgiche, le immagini che saranno esposte a Spazio Mostre di Palazzo Farnese testimoniano il
rapporto impercettibilmente ambiguo tra le due culture: da un lato, l’intrusione forzata del
capitalismo rappresentato da McDonald e Budweiser, dall’altro l’accettazione cosciente, da parte
degli emiliani, del machismo da cowboy ribelle.
Alcuni dei fenomeni musicali tipicamente italiani degli ultimi cinquant’anni sono nati in Emilia: da
Caterina Caselli a Zucchero, da Francesco Guccini a Ligabue, dai Nomadi a Vasco Rossi. La
ragione di questo successo è dovuta probabilmente alle forti radici contadine di questa terra che ha
stimolato, più di ogni altra regione, un vibrante impegno sociale da parte di cantautori che sono
stati, comunque, grandemente attratti dal rock ‘n roll e dal folk americano. Merito di Simonazzi è
l’aver rintracciato le radici di tale “americanizzazione” che ha contagiato l’Emilia.
La mostra allestita come evento collaterale a Dal Mississippi al Po sarà visitabile gratuitamente
presso lo Spazio Mostre di Palazzo Farnese dal 20 giugno all’8 luglio, dal lunedì al venerdì dalle
17:00 alle 21:00, il sabato e la domenica anche dalle 10:00 alle 12:00.
L’inaugurazione ufficiale di Tra la Via Emilia e il West coinciderà con il primo atto del Festival e
si terrà giovedì 28 giugno, alle ore 16 alla presenza dell’artista. Insieme a Paolo Simonazzi, a
Palazzo Farnese sarà presente anche Claudio Gavioli autore del bel romanzo L’uomo solitario, in
cui un calciatore caduto in disgrazia, divide la sua vita tra squadre di serie minori emiliane, ed un
inaspettato talento musicale nell’interpretare Johnny Cash, sulla cui copertina compare -tra l’altrol’immagine
simbolo della mostra.
In pieno stile Dal Mississippi al Po, durante l’appuntamento del 28 giugno, non mancherà
dell’ottima musica acustica dal vivo: la cantautrice piacentina Linda Sutti si esibirà in trio con
gli UpperCuppers.