Coppa, salame, Grana Padano e spongata piacentini. Si chiude il progetto Slow Food “Studia il gusto e assaggia la storia” – finanziato dalla Provincia – per la riscoperta dei segreti dei prodotti tipici piacentini che ha coinvolto un centinaio di studenti del Colombini. Questa mattina, alla presenza del presidente della Provincia Massimo Trespidi, dell’assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi e del preside Margherita Fiengo, i ragazzi hanno presentato in aula magna i propri lavori, elaborati al termine di un percorso fatto di approfondimenti, visite in aziende del territorio e in cascine tradizionali, raccolta dei prodotti sul campo, lezioni sulla storia della gastronomia, mappatura dei prodotti del territorio, interviste sulle antiche e nuove abitudini alimentari dei piacentini. Al termine, degustazione con il norcino Domenico Salini, dell’omonimo salumificio di Groppallo, Farini.
Coinvolte nel progetto le seconde ESB e ESF – da due anni impegnate nel percorso di riscoperta dei prodotti tipici – e le terze SSA e SSC, da un anno in campo con Slow Food. Coordinatrice del progetto è stata la professoressa Silvia Ferrari. Hanno partecipato anche i professori: Marco Bosonetto e Silvia Rocca. Dalle interviste raccolte dai ragazzi sono emerse variazioni significative negli stili alimentari di diverse generazioni a confronto. Negli anni è però rimasto – dato significativo – il legame tra prodotti e territorio, la conoscenza e l’unanime apprezzamento dei piatti tradizionali espressi dal pubblico di varie fasce d’età.
Se un tempo il menù standard era composto da pane e latte a colazione, a pasto poca carne e più polenta, con l’immancabile bicchiere di vino, oggi sono entrati nella dieta gli snack e le merendine, è aumentato il consumo di carne, la cena è diventata il pasto più importante (per i nostri nonni era il pranzo), sono arrivati gli aperitivi. “L’obiettivo di questa iniziativa – ha spiegato in apertura Luisella Verderi di Slow Food – è in linea con gli obiettivi della nostra associazione: riscoprire la varietà dei nostri prodotti contro l’omologazione, difendere il ‘diritto alla scelta e al gusto’, tutelare e incentivare le nostre tipicità, con la consapevolezza che lavorando divertendosi si impara meglio”.
“Questa iniziativa – ha commentato in apertura l’assessore Pozzi – ha contribuito a far luce su importanti aspetti delle nostre tradizioni e identità. I nostri prodotti non portano con sé solo gusto e piacere del palato, ma sono una leva economica fondamentale per il territorio, ancor più in un’epoca in cui la qualità non è un plus, ma un prerequisito. Per queste ragioni è importante che i ragazzi prendano coscienza del nostro immenso patrimonio di conoscenze e di tipicità”.